METRO – C’è un’ora segreta attesa dai padri
Ieri, per la festa del papà, Google aveva fatto un doodle animato che rimandava ai risultati della chiave di ricerca “Festa del papà 2019”. I modi per dire al proprio padre “ti voglio bene” sono numerosi tanti quanti sono i figli (e i papà) del mondo intero e, in astratto, non ce n’è uno migliore. Se ripenso al mio modo, a quello che mi riporta al momento più dolce del rapporto con mio padre, torno facilmente agli ultimi anni della sua vita. A quando cioè non con le parole ma con tanti piccoli gesti, anche con il semplice stare assieme silenziosamente in una stanza mentre uno legge il giornale e l’altro un libro, gli facevo capire che lo stavo scegliendo. Da piccoli infatti, per il semplicissimo fatto che non si può accettare liberamente di esistere prima di essere generati, non è possibile scegliere il proprio padre. Ma da adulti non è più così. Esiste un’ora segreta attesa dai padri, nei quali essi sperano di essere scelti dai figli ormai diventati adulti. I figli sono grandi, liberi, e quindi capaci di rivolgersi a loro con un amore che non è quello della necessità e del bisogno, ma quello nel quale i figli si possono rivolgere ai propri genitori da conoscitori. Allora, un figlio adulto può scegliere il proprio padre da uomo a uomo. Liberamente. Gratuitamente. Alla pari. Con lo sguardo di un uomo che incontra lo sguardo di un altro uomo non perché deve ma perché lo elegge.
Tratto da Metro