Blog / Nicola Sparvieri | 06 Marzo 2019

Le Lettere di Nicola Sparvieri – Crisi matrimoniali e possibili rimedi

L’innamoramento non è l’Amore. Il malinteso persistente sull’uso della parola “Amore” consiste in questa confusione. Nella letteratura, nel cinema e nell’uso comune si confonde l’Amore con l’innamoramento. La fase di “atterraggio nella realtà” alla fine dell’innamoramento causa alle coppie il primo grande motivo di caduta di interesse e di rottura del rapporto.

Nel periodo dell’innamoramento l’approccio razionale al mondo viene meno e tutto il nostro essere persona è proiettato in questa attrazione totale e desiderata sopra ogni altra cosa. Stare con la persona amata è la cosa più importante e niente conta di più. I cinque sensi combinano i loro messaggi seducenti in una sinfonia di immagini, odori e suoni cui è difficile sottrarsi. Il viso della persona amata rimane stampato nella mente e costituisce la motivazione finale a fare le cose e l’obiettivo di breve termine in qualunque momento della giornata.

In questo periodo la nostra Specie Umana, cui facciamo parte e cui obbediamo come scrupolosi funzionari, ha predisposto lo “spegnimento” temporaneo della nostra razionalità per consentire un’alta intensità attrattiva in grado di mascherare tutti gli elementi repulsivi dovuti a una differenza intrinseca tra le due persone.

Lo scopo della Specie è chiaro: facilitare la fase di accoppiamento che prelude alla procreazione di nuovi individui per rendere più numerosa la discendenza e assicurarne la conservazione. Tutte le Specie presenti sul Pianeta hanno meccanismi simili per perseguire lo stesso scopo.

È dimostrato che i mediatori chimici implicati nel processo di innamoramento riguardano quelle sostanze che agiscono stimolando la libido, l’amore e l’affettività. L’Amigdala, parte del cervello adibita alle emozioni, attiva un’elevata produzione di Dopamina, Noradrenalina e Feniletilamina, gli stessi neurotrasmettitori responsabili degli effetti delle sostanze stupefacenti che agiscono sui centri del piacere. Questo spiegherebbe l’analogia tra gli effetti dell’amore e quelli delle droghe, della sensazione di benessere e della dipendenza. Quindi questa tempesta chimica, cui siamo soggetti nell’innamoramento, è fondata su una ingovernabile necessità.

Ora noi sappiamo, anche da studi fatti in proposito, che la fase dell’innamoramento è destinata prima o poi a passare, almeno nella sua intensità iniziale. La durata oscilla dai 12 ai 18 mesi. Qualche eccezione, se non ci si frequenta con sistematicità, può prolungare l’ebbrezza fino ai 3 anni. Poi, inevitabilmente, tutto ritorna normale. E’ questo il momento in cui può nascere l’Amore vero oppure ci si può indirizzare altrove alla ricerca di un altro triennio di benessere.

La fine della fase di innamoramento non è la sola causa di crisi della coppia. Tutte le ben note difficoltà di una convivenza tra persone diverse o eventi di particolare difficoltà come tradimenti, malattie o rovesci economici possono distruggere la stabilità di un matrimonio. A questo punto la malattia del secolo, il male di vivere, e cioè la depressione, si può impossessare della coppia fino a spingerla alla inevitabile e ormai diffusa conclusione e cioè rompere l’unione e distruggere un’altra famiglia.

Il punto è che siamo abituati ad attribuire alla parola crisi un’accezione negativa, benché il termine rimandi etimologicamente al concetto di scelta, al momento che separa una maniera di essere diversa da altra precedente. Essa contiene un aspetto vitale che è quello della separazione, ed un aspetto di crescita, ossia quello della scelta.
La crisi non è dunque un evento totalmente negativo, bensì un momento di transizione che può essere anche opportunità di crescita: indica un’evoluzione, un cambiamento che poi siamo noi spesso a connotare negativamente.

I motivi delle crisi profonde e destabilizzanti, i più complessi da affrontare, sono solitamente diversi dalle crisi fisiologiche che la coppia metabolizza, o con i quali comunque convive. Oggi si è piuttosto portati a non lottare e a dichiararsi in crisi alla prima normale difficoltà.

Certo è che una coppia di giovani che si sposa è portata a immaginare il proprio matrimonio come un cammino in discesa in cui tutto andrà bene, ma il mondo reale non è quello dove non esistono i problemi, ma quello in cui le difficoltà si possono affrontare e, in qualche modo, risolvere. E’ per questo che una coppia senza problemi è una specie di utopia. Sono le difficoltà che aiutano a crescere e ad apprendere come comportarsi nel futuro.

Il punto chiave è che non bisogna accontentarsi di un rapporto mediocre (basta che duri) ma puntare al massimo. Bisogna coltivare una ambizione elevata e lottare come mastini, con l’aiuto di Dio e dei Sacramenti, per arrivarci.

Il nodo di tutta la questione è il linguaggio. Riuscire a dialogare significherebbe risolvere il 90% dei problemi. Ma per dialogare bisogna parlare la stessa lingua e spesso i differenti caratteri di ciascuno corrispondano a linguaggi diversi nel campo dei rapporti affettivi. Gary Chapman nel suo libro “I cinque linguaggi dell’Amore” tratta di questo argomento in modo semplice ed efficace. Per tenere vivo l’amore negli anni, bisogna imparare una efficace comunicazione. E’ raro che due persone diverse abbiano lo stesso modo di esprimere il proprio affetto. Diviene quindi importante nella coppia che ciascuno studi il modo con cui l’altro percepisce meglio l’affetto per poter essere meglio compreso.

Questo potrebbe essere considerato banale ma studi in questo campo hanno dimostrato il contrario. L’efficacia di questi metodi è sorprendentemente importante.

Sono stati catalogati i modi di esprimere l’affetto e emerge così che sono particolarmente significativi per la vita di coppia i seguenti cinque “linguaggi”:

  1. L’apprezzamento reciproco e l’incoraggiamento espresso con stima e complimenti. Questa è cosa particolarmente difficile per chi è abituato a giudicare e criticare.
  2. Uscire dalla quotidianità e crearsi momenti speciali di attenzione reciproca esclusiva con ascolto e rispetto delle opinioni diverse ricordando momenti positivi del passato della coppia, ascoltando e basta senza “risolvere problemi”. Mantenere attenzione e contatto visivo e non interrompere.
  3. Utilizzare i regali come concretizzazione materiale di interesse.
  4. Esprimere interesse con i servizi reciproci: cucinare, sparecchiare, lavare i piatti, innaffiare i vasi, lavare la macchina, riordinare la cantina, ridipingere una stanza…Se ognuno dei due ha un’idea diversa dei ruoli sociali dell’uomo e della donna, allora ciascuno deve essere disponibile ad esaminare e, se necessario, cambiare certi modelli per poter meglio esprimere l’interesse.
  5. Il sesso. In un altro mio articolo ho già espresso l’importanza di questo argomento per la stabilità e l’esistenza stessa di una coppia ( https://www.nicolasparvieri.com/l/sesso-e-vita ). Molte persone sono cresciute in ambienti in cui non si è abituati al reciproco contatto. Essi faranno allora più fatica a imparare l’importanza della sessualità. Donare il proprio corpo è donare il proprio essere. La difficoltà principale è nella donna. Se la donna si sente amata, ammirata, apprezzata dal suo partner, ne beneficerà anche il desiderio fisico. La maggior parte dei problemi sessuali della coppia non riguarda la fisicità, ma la soddisfazione dei bisogni emozionali. Per questo sono importanti gli apprezzamenti nella valutazione reciproca e tutto quello che intorno al sesso ruota. Il modo, i ruoli, il contesto, anche ludico, e tutto quello che può aiutare a pensarlo come un viaggio fantastico da fare insieme. Mettere in atto, senza paura e inibizioni, tutto quello che recuperi e faccia rivivere quella importantissima componente di follia dell’innamoramento iniziale.

È chiaro che se la coppia intende voler reagire al proprio stato di crisi (latente o manifesta) volendo fare qualcosa, questo sarà tanto più efficace se fatto insieme ad altre coppie nelle stesse condizioni. Per questo motivo esistono molte istituzioni sociali o associazioni spontanee che mettono in campo tutti i loro sforzi a questo scopo. La più efficace che conosco è quella delle Chiese Domestiche.

Nell’Enciclica “Deus Caritas Est (Dio è Amore)” Benedetto XVI dice che esistono tre forme di Amore: la Filia (Amicizia), l’Eros (la Passione Erotica) e l’Agapè (Amore gratuito e incondizionato). Nella coppia che voglia continuare a funzionare o che voglia uscire da una crisi devono esistere tutte e tre queste forme di Amore. In una coppia che si ama sussiste il miracolo della coesistenza di aspetti razionali ed emotivi bilanciati e dosati mirabilmente, che realizza e significa l’idea stessa di Bellezza.

 

 

Nicola Sparvieri (Roma, 1959), sposato, nove figli, vive e lavora a Roma. Laurea in Fisica. Per interesse ed esperienze personali segue le vicende del cattolicesimo nelle sue relazioni con la Scienza e la Società. Ha un blog