La Repubblica – Emozione a Ceraso, 13 piccoli migranti diventano cittadini onorari: “Basta razzismo”
Alessandra Bialetti segnala al blog questo articolo
I più piccoli, Imane, Mina, Sarah, Abdulrauf se ne stanno seduti in prima fila, con aria solenne. C’è anche Suheila, una settimana appena, in braccio a mamma Nasrin. Sono in 13 e sono loro, stavolta, i protagonisti assoluti di una cerimonia importante.
Ceraso, comune cilentano, dove risiedono con le loro famiglie nell’ambito di un progetto Sprar, ha scelto di insignire con la cittadinanza onoraria 13 bambini immigrati. Un riconoscimento dovuto alle grandi personalità che per una volta diventa significativo gesto umano, atto concreto e visibile di solidarietà. Un gesto simbolico, perché la legge non riconosce diritti a chi lo riceve. Così nella sala affollata di Palazzo di Lorenzo, la vicesindaca Pamela Ferrara, che assieme al sindaco Gennaro Maione (Pd) ha avuto l’idea, chiama ad uno a uno quei piccoli ospiti e consegna a ciascuno una pergamena e il libro della Costituzione italiana.
E tutti i piccoli ricevono la pergamena quasi più grande di loro e la stringono con forza tra le mani. Seduto al loro fianco, don Luigi Ciotti, presidente di Libera, li accarezza e sorride.
“Finora erano solo piccoli amici – dice a voce alta la vicesindaca Ferrara, mentre legge il testo del documento ufficiale – da oggi anche se non saranno nei nostri registri ufficiali di stato civile possiamo onorarci di considerarli cittadini e cittadine di Ceraso.
Giocheranno qui, andranno a scuola, impareranno a parlare la lingua italiana, conosceranno le nostre abitudini, accumuleranno ricordi. Non saranno più estranei e saranno partecipi dei diritti fondamentali. Questo dono possa aprire la strada a tanti possibili esiti successivi, facendo abbandonare le antiche paure dei pregiudizi e del razzismo. Ceraso ha l’antica abitudine di accogliere come gradito ospite chi arriva da lontano, aprendogli le porte di casa.
Questo gesto sia il primo passo di una unione che riaffermi la salvezza dei principi di pari dignità sociale, uguaglianza e libertà e rispetto delle differenze”. Sorridono le mamme dei ragazzini stranieri e l’emozione sale. C’è chi dimentica di ritirare la pergamena e torna indietro scusandosi. Si percepisce che è una situazione del tutto inedita. Anche le famiglie dei migranti sono sorprese da tanti applausi e sorrisi. E in un clima di forte emozione, parte l’accorato appello di don Ciotti. “La cittadinanza onoraria è un gesto simbolico – urla arringando la platea – non garantisce alcun diritto. Ma voi mi insegnate che spesso nella storia sono stati gli atti simbolici ad aprire un varco al cambiamento. Sono convinto che da qui possano partire anche altri amministratori. Da Ceraso li invitiamo a dare la cittadinanza onoraria ai piccoli. Voi mi insegnate che la speranza per il domani poggia sulla resistenza dell’oggi”.
Poi, l’attacco alla politica sullo ius soli. “La vergogna di una delle più brutte pagine recenti – conclude don Ciotti – di una politica corrotta dalla sete del consenso e del potere è la mancata approvazione dello ius soli: ribadisco, è stata una vergogna. Ottocentomila ragazzini avrebbero potuto vivere in Italia. Qui si compie un atto politico. Cosa ha impedito quel riconoscimento? Solo equilibri politici. Abbiamo il dovere di alzare la voce quando altri scelgono un prudente silenzio. La parola è neutralità. Troppi sono neutrali”. “Non si è riusciti a legiferare sullo ius soli – interviene il sindaco Gennaro Maione – non lo ha fatto un governo di sinistra, sarà difficile che avvenga oggi ma non per questo dobbiamo tacere. Anzi. Questo è il momento per richiamare l’attenzione su questi temi.
Nonostante la comunità di Ceraso abbia accolto bene questo progetto ringraziamo don Ciotti per la sua presenza, perché non è facile portare avanti con convinzione l’azione che abbiamo messo in campo”. Il sindaco avverte sui rischi del decreto sicurezza: “La nuova legge abolisce lo Sprar e incentiva i centri di accoglienza. In questo modo si elimina l’accoglienza migliore e si esaspera quella invece più problematica. Ho paura che ci sia una volontà precisa: far vedere il lato peggiore dell’immigrazione, convincere gli italiani che qualcosa non va. C’è una scelta razzista molto forte. Ognuno di noi deve parlare, non deve tacere”.
Le 6 famiglie di migranti sono arrivate qui con lo sbarco del maggio 2017, quando un migliaio di profughi arrivò nel porto di Salerno, ognuno con una storia terribile.Hanno affrontato viaggi pericolosi, sono rimasti prigionieri dei terribili campi in Libia, sono sfuggiti alle torture e alle violenze. Il progetto Sprar si concluderà tra un anno e mezzo, dovranno andare via da Ceraso e da allora il futuro si farà più incerto. Alla cerimonia erano presenti, il presidente della cooperativa sociale Emiliano Sanges, Vincenzo Romagnolo assessore ai Beni confiscati di Pignataro Maggiore, Laura Marmorale assessore del Comune di Napoli ai Diritti di Cittadinanza e alla coesione sociale, Ottavio Ragone responsabile della redazione di Repubblica Napoli, Luisa Cavaliere dell’associazione culturale Festinalente, Riccardo Russo del servizio centrale Sprar. Siglato un protocollo contro il caporalato tra Apeiron, Less Onlus, Copagri e Uila Campania.
Tratto da LaRepubblica