Articoli / Blog | 16 Febbraio 2019

Blog – Il Corpo della Sposa, di Michela Occhipinti

Non è ancora approdato al cinema “Il corpo della sposa”, l’opera prima di Michela Occhipinti presentato nei giorni scorsi alla Berlinale, ma le sue recensioni mi hanno entusiasmato.
Ambientato nella Mauritania di oggi, dove su 4 milioni di abitanti 600mila persone vivono ancora in schiavitù, racconta l’oscena tradizione del gavage, l’ingrasso a tappe forzate a cui vengono costrette le future spose per raggiungere i canoni di “bellezza” richiesti. Per le bambine è un incubo finire nelle strutture dedicate a questa brutale pratica studiata al fine di piacere di più ai maschi. “La dieta giornaliera: 2 chilogrammi di miglio mescolato a due tazze di burro e 20 litri di latte di cammella. E se questa non fosse sufficiente – racconta Angelo Ferrari – si aggiungono ormoni utilizzati in veterinaria. Il concetto è molto semplice: una ragazza magra testimonia la miseria in cui è stata costretta a vivere e non troverebbe mai marito. Una grassa, invece, testimonia l’opulenza della famiglia da cui proviene. E secondo un proverbio mauritano, che diventa drammatica realtà, “una donna occupa nel cuore del marito il posto che occupa nel letto”.
Attraverso il ribaltamento di quanto avviene in occidente dove, per dirla semplicemente, una donna piace tanto più quanto più è magra, ci viene gridato in faccia quanto sia osceno il sopruso di togliere a una donna sé stessa. Da noi si muore di anoressia, in Mauritania la morte prematura arriva per infarti, malattie cardiovascolari, disfunzioni renali e diabete.
Navigando attraverso le recensioni – alcune molte positive, altre meno – ho capito perché “Come ti divento bella”, un film per certi aspetti simile, non mi aveva convinto. La consapevolezza di essere belli infatti non è un’idea che si annida nel nostro cervello: non basta, come accade a Amy Beth Schumer, una botta in testa per vedere sé stessi magri anche se si è grassocci, ma “vedersi belli” è semplicemente il posto che troviamo nel cuore delle persone che contano per noi. Così, da una parte o dall’altra, in Mauritania o in Italia, una donna forza comunque la propria alimentazione perché il suo corpo, e quindi lei stessa, aderisca a standard imposti da qualcun altro. Un film quindi che dice la verità su come il gruppo di appartenenza sociale, gli amici, la famiglia, un amore che non è il vero amore, tolga alla donna il controllo della propria vita fino a spingerla a perdere sé stessa.