METRO – Ma fare la pace si può. Ecco cosa serve
L’ingrediente primario della pace è la verità. Partendo per gli Emirati Arabi, Papa Francesco non ha nascosto la propria identità come hanno scritto alcuni, ma è andato “da cristiano”, dicendo che è proprio del cristiano promuovere il dialogo, essere operatori di pace, cercare di unire tutte le verità sparse per i luoghi e i cuori del mondo. La verità però deve unirsi al bene. Per fare la pace ci vuole un anticipo di bene e la volontà di condividere un tratto di cammino. La pace richiede un lavoro paziente e conoscenza, non può nascere all’improvviso. La pace non è l’utopia del pacifismo ma è il vero realismo. Sapere che siamo diversi, saper gestire il conflitto in termini di civiltà e di reciproco rispetto. A volte però per fare la pace bisogna suscitare lo scandalo del bene. Perché la pace non è rassegnazione: è l’atteggiamento di Giuseppe che accoglie con sé Maria, incinta, invece di farla lapidare da adultera come richiedeva la Legge (Gv 8). La pace è l’obbedienza dei Re Magi che per ordine di un angelo, cioè inspiegabilmente agli occhi degli uomini, non passano più per i lussuosi palazzi di Erode ma tornano a casa avendo nel cuore una famiglia umile e semplice. La pace, in due parole, si costruisce mettendosi nei panni dell’altro e cercando di custodire il suo interesse insieme al mio. Quando vogliamo costruirla chiediamoci: lui, lei, cosa avrebbe fatto al posto mio?
Tratto da Metro