Monastero di Bose – Distinguere per comporre in unità
Alessandra Bialetti segnala al blog questo articolo, introducendolo così:
Creare il nemico contro cui scagliarsi: sembra il triste esame di realtà che siamo portati a fare. E’ qualcosa che ci tocca tutti quando la “diversità” dell’altro ci mette paura, ci interroga, di spinge a metterci in gioco. E l’altro diventa lo specchio di tutto ciò che dentro abbiamo di irrisolto e che ci mette in crisi. Cercare il capro espiatorio di turno ci pone al riparo dallo scendere in noi stessi e prenderci cura delle nostre fragilità camuffate da giochi di forza e potere. Così trasformare l’altro in nemico mette a tacere la nostra coscienza rendendoci però la vita impossibile e le relazioni un luogo di maledizione aniziché di grazia. L’autorevolezza diventa autoritarismo, l’autenticità un gioco di ruoli e la rabbia la via di comunicazione. Ma c’è sempre una strada nuova da scoprire e percorrere. Quella del porsi accanto, di condividere lo stesso percorso di fragilità, di scoprirsi tutti sulla stessa barca. Perché tutto ciò che non si condivide ci divide. Soprattutto la nostra umanità.
In quel tempo 22gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». 23Ma Gesù li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? 24Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; 25se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. 26Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito.27Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. 28In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; 29ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». 30Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».
“Costui è posseduto da Beelzebul e scaccia i demoni per mezzo del capo dei demoni”.
Creare il nemico: qualcosa di molto comune al genere umano, lo vediamo quotidianamente, in noi e fuori di noi. In fondo la vita è per tutti un duro mestiere ed è consolante convincersi che la colpa di tutta la fatica e la sofferenza che proviamo sia imputabile a una persona precisa, una precisa persona contro la quale scagliarsi.
Eppure questa è solo una parte della questione, la parte che riguarda gli animi più semplici, la gente, quella la cui opinione è facilmente manipolabile. Perché poi ci sono gli altri, i più sottili, quelli che manipolano, quelli che creano e indicano il nemico: “Costui è posseduto da Beelzebul e scaccia i demoni per mezzo del capo dei demoni”.
Come parlano costoro? Parlano per sentenze, facendosi forza di un’autorevolezza che si sono costruiti, o che esercitano per ruolo. “Dato che io sono io, io vi dico che le cose stanno così”. Un sillogismo fallace, ma tant’è. Non si preoccupano di provare le loro accuse: sarà colui che è accusato a dover portare le prove della propria innocenza. Fanno leva sull’ignoranza, che contribuiscono ad alimentare, e promuovono la menzogna.
Perché agiscono così? Evidentemente hanno anch’essi i loro bei problemi: cavalcare l’onda delle folle non è semplice, è un momento essere travolti dai flutti. Solo che questa è una via di irrealtà, la vita non è così, la vita non è stare al di sopra del nostro prossimo, la vita è stare tra e con il nostro prossimo.
Gesù in questo è veramente il loro avversario, poiché non cerca una posizione di predominio, cerca solo di vedere l’umanità e le cose come le vede il Padre suo. E qual è la via di Dio? La via di Dio non è dividere, ma comporre in unità. “Un regno diviso in se stesso … una casa divisa in se stessa … non potrà restare in piedi”: questo è il ragionamento di Colui che tiene in piedi l’universo.
Dio non divide: se crea distinguendo è perché possano coesistere i diversi, la luce e le tenebre, il giorno e la notte, la terra e l’acqua, il maschio e la femmina, il nomade e lo stanziale. Dio non progetta un pensiero unico, un’unica lingua, ma la molteplicità dei linguaggi e dei pensieri ricapitolati nel mistero del Figlio: “E li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio” (At 2,11).
Noi che siamo limitati pensiamo che discernere sia separare, dividere. Ma chi divide è il divisore. Il vero discernimento è quello di Dio che fa distinzione perché tutto venga all’esistenza. Noi vogliamo separare il bene dal male, e lo vogliamo fare con la rozzezza di quel coltello che è il nostro misero discernimento. Dio tiene insieme addirittura la vita e la morte.
E così Gesù non controbatte a coloro che lo accusano usando le loro argomentazioni. Non segue la via del diavolo, la via della divisione. Segue la via dello Spirito di Dio, quello che aleggia sulle acque della creazione. Solo imparando a distinguere ciò che divide da ciò che compone in unità è possibile sciogliere i legami del male.
Dobbiamo stare in guardia dal grande peccato, quello che crea divisione. E il grande peccato è la parola di lucida menzogna, confondere lo Spirito di Dio con lo spirito del divisore.
Fratel Stefano