Articoli / Blog | 26 Dicembre 2018

MIO Anno III n. 51/ DON MAURO LEONARDI PARLA CON I LETTORI – Accoglienza nel rispetto della legge

Mauro Leonardi (Como, 1959) è stato ordinato sacerdote dal 29 maggio 1988. Vive a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su diverse riviste e quotidiani. Il suo blog è Come Gesù


Caro don Mauro,
sullo schermo dello smartphone mi è capitata una storia di qualche tempo fa che mi ha fatto rabbrividere. Una ragazza islamica appena 18enne che viveva a Verona è stata portata in patria dai genitori ed è stata costretta ad abortire. Ha scritto alle sue compagne di classe su Whatsapp: “Mi hanno sedato, legato a un letto e costretto ad abortire”. Non so che fine abbia fatto adesso. Non riesco nemmeno a pensare a due vite sacrificate in nome di Dio. Dico due per il bambino e per la povera ragazza che, anche se non è stata fisicamente uccisa, è come se lo fosse. (Sara, Genova)

Cara Sara,
ricordo bene quella storia avvenuta nel maggio scorso. Aveva colpito pure me profondamente e, in quel caso, condividevo le parole di Salvini che aveva dichiarato: “per gli islamici che trattano le donne come esseri inferiori, in Italia non c’è spazio”. Noi cristiani siamo per l’accoglienza, ma deve essere nel rispetto della legge. E, quanto avvenuto, va contro ogni legalità. È doloroso sapere che i genitori, persone che più di altre dovrebbero starci accanto nei momenti più delicati della vita, sono stati pronti invece, per “tradizioni”, a condannare la figlia e il bimbo.
La storia di questa giovane donna e della sua creatura è una sconfitta dell’amore. Ne approfitto per dire che ci sono molti centri in Italia che sostengono le gravidanze della donne in difficoltà e che nel nostro paese si può partorire in totale anonimato, lasciando il bambino al sicuro affinché sia adottato. Esistono centri dove le donne che vivono situazioni di violenza possono essere accolte.