Blog / Scritti segnalati dal blog | 21 Dicembre 2018

Gayburg – Silvana De Mari: «Bergoglio è un antipapa che ha fondato una religione opposta al cristianesimo»

Marco G. segnala al blog questo articolo di Gayburg

«Il papa è falso e schifoso, un falso profeta». È quanto scrivono i seguaci di Silvana De Mari, l’ex redattrice del giornale di Adinolfi che oggi sta ricevendo il plauso unanime di Cascioli, Brandi e Amato per gli insulti omofobi che sta lanciando con inumana violenza contro gay e lesbiche. E ci sarebbe da domandarsi se quei preti che hanno offerto loro gli altari delle loro chiese si rendano contro di quale disgusto provino verso il Pontefice, salvo quando lo si può usare attraverso citazioni decontestualizzate per legittimare i loro proclami.

L’attacco della De Mari risale al maggio del 2015, quando è dalle pagine del sito di Magdi Cristiano Allam che scrisse:

Di Bergoglio è stato scritto che è il profeta che ha portato all’apertura il cristianesimo rendendolo flessibile, porzionabile, opinabile, discutibile, simpatico, vegetariano, vegano e perché no gay friendly. Queste operazioni in realtà sono molto di più. Bergoglio non ha “aperto” il cristianesimo, ma ha fondato una religione nuova assolutamente opposta.
Molti partono da un sillogismo. Il Papa è il Vicario di Cristo. Bergoglio è il Papa. Bergoglio è il Vicario di Cristo, quindi chi gli obbedisce sta obbedendo a Cristo, chi lo ingiuria sta ingiuriando Cristo. Sbagliato.
Essere Papa, Vicario di Cristo, colui che può legare e sciogliere è una posizione di peso enorme, quindi per essere valida deve essere raggiunta alla fine di un percorso a ostacoli che deve essere netto, senza neanche un’ombra.

Ed è per condannare Papa Francesco che la donna si lancia in curiose teorie:

Dato che le affermazioni del Papa legano la mia fede io non devo avere dubbi. Secondo il diritto canonico è sufficiente un unico sospetto di irregolarità perché non sia Papa. Nella elezione di Bergoglio le irregolarità gravissime sono quattro, quindi si tratta di un antipapa come Bonifacio VIII.
1. Il Papa è il Vicario di Cristo. Vi risulta che Cristo avesse un fratello gemello? No. Quindi di Papa ce ne deve essere uno alla volta. Un Papa può abdicare (un Papa non dà le dimissioni, abdica) solo se ha le metastasi cerebrali o è in ostaggio a qualcuno. Cristo non si è fermato sul Golgota chiedendo il cambio. Se un Papa è stato spinto all’abdicazione da un ricatto come successe per Celestino V e come è successo (ormai le affermazioni non lasciano dubbi) per Benedetto XVI, l’abdicazione è invalida.
2. Al momento di prendere i voti un gesuita accetta la regola dei gesuiti che vieta ai gesuiti di diventare sia cardinale che Papa. Per il cardinale Martini fu fatta una dispensa papale che non può essere fatta per qualcuno che diventa Papa.
3. Secondo il diritto canonico ribadito per l’ultima volta da Benedetto XVI nel febbraio 2013, devono passare obbligatoriamente 15 giorni tra il momento in cui la sede è vacante e l’elezione del nuovo Papa, perché i cardinali riuniti abbiano il tempo di consultarsi e ascoltare lo spirito Santo. Ratzinger ha abdicato il 28 febbraio e Bergoglio è stato eletto il 13 marzo.
4. L’elezione deve essere impeccabile, mentre in quella di Bergoglio c’è stato un voto in più dei votanti.

L’articolo si chiude asserendo che «ancora più tragico è analizzare il contenuto della predicazione di Bergoglio». Ed è in un successivo articolo che illustra come il suo odio viscerale derivi dal suo invito all’accoglienza. La donna (che peraltro ha deciso di chiamare il suo blog “Verità e rivoluzione”), esordisce con un duro attacco alla condanna papale verso i fondamentalisti presenti nel cattolicesimo:

“Il fondamentalismo è una malattia che c’è in tutte le religioni. Noi cattolici ne abbiamo alcuni che si credono con la verità assoluta… anche noi, tutti! E si deve combattere” Papa Bergoglio (1.12.2015)

Quindi chi crede alla verità assoluta che la Madonna ci ha chiesto di dire il rosario ogni giorno e lo dice è sullo stesso piano di chi esegue l’ordine della sua religione: uccidete gli infedeli ovunque si trovino. Se io eseguo credendola verità assoluta l’ordine del Vangelo di amare il prossimo come me stessa, sono sullo stesso livello di chi esegue il comando “a chi si oppone all’islam dovrai tagliare gambe e braccia?”. Se non vado a messa la domenica, violando così la legge del Vangelo non ritenendo più che il Vangelo sia verità assoluta, divento un cattolico moderato, quindi migliore?

Al solito, è attraverso una transazione e una mistificazione delle parole che la signora De Mari cerca di ottenere ragione parlando di temi diversi da quelli citati. Né più o né meno di come l’integralismo ami fare quando qualcuno gli parla di identità di genere e loro sostengono gli sia stato detto che si deve “poter scegliere se essere uomini e donne”.

Ma è nel proseguo che la donna scomoda San Tommaso per sostenere che si debbano accogliere i rifugiati politici solo se loro diranno di essere pronti a convertirsi al cristianesimo. Afferma:

L’unico ordine che il cattolico deve seguire, fanaticamente, follemente, fino alla propria morte e a quella dei propri figli, fino alla distruzione della propria nazione, e l’ordine di accogliere e finanziare la presenza di popolazioni estranee, quasi sempre maschi giovani, molto forti e senza alcun segno di patimenti, in maggioranza provenienti da paesi senza conflitti e con il pil in ascesa, sulla propria terra, senza però mai azzardarsi a tentare una conversione.
Questa verità assoluta è un’assoluta menzogna. Il Vangelo vieta di accogliere nelle nostre case coloro che negano Cristo. È possibile farlo solo nell’ipotesi di volerli convertire. Il Cristianesimo, come sottolineato da San Tommaso, sancisce il dovere dell’uomo prudente di difendere la sua casa e la nazione che la ospita.
S. Tommaso: “Con gli stranieri ci possono essere due tipi di rapporti: l’uno di pace, l’altro di guerra. E rispetto all’uno e all’altro la legge contiene giusti precetti”.
S. Tommaso afferma, dunque, che non tutti gli immigranti sono uguali, perché i rapporti con gli stranieri non sono tutti uguagli: alcuni sono pacifici, altri conflittuali. Ogni nazione ha il diritto di decidere quale tipo di immigrazione può essere ritenuta pacifica, quindi benefica per il bene comune; e quale invece ostile, e quindi nociva. Come misura di legittima difesa, uno Stato può rigettare elementi che ritenga nocivi al bene comune della nazione.

Peccato che la sua teoria sia che debbano essere ritenuti «nocivi alla nazione» tutti gli stranieri che non dovessero convertirsi alla sua religione. Ed è per sostenere che non si debba fornire accoglienza e aiuto al prossimo che la De Mari torna a citare passaggi decontestualizzati della Bibbia per sentenziare:

Nella Bibbia gli ebrei distinguevano tra nazioni più vicine e, quindi, più facilmente assimilabili. Altre, invece, erano più lontane o addirittura ostili. I popoli ostili non potevano essere accettati in Israele. Quindi lo stesso per noi: il principio di carità nel Cristianesimo vero non deve e non può superare il principio di Giustizia, altrimenti diventa arbitrio.

Insomma, le porte devono rimanere serrate a chiunque possa portare culture o pensieri diversi dal proprio al fine di essere certi che nessuno potrà mai dissentire. Se questo fosse stato il modus operandi del mondo, forse ci sarebbe da meravigliarsi se la mancanza di comunicazione avesse permesso all’umanità di evolvere sino alla scoperta della ruota…