Articoli / Blog | 26 Novembre 2018

Agi – Gattuso batte Salvini 1-0

Nel botta e risposta del post-partita di Lazio – Milan vince Gattuso e perde Salvini.
Il Ministro dell’Interno, nonché vice primo Ministro, dice, all’uscita dallo stadio: “Una volta che segni in una partita così complicata è normale che ti chiudono dietro. Gattuso cosa aspettava a cambiare? I supplementari? Ne avevamo almeno tre sulle gambe causa pioggia, campo pesante… spiegatemi questa testardaggine di Gattuso. Negli ultimi 10′ mettine due o tre che corrono. Metti Castillejo e togli Borini che andava come mia nonna. L’Olimpico era imbestialito con Banti ma resto sul risultato: se passi in vantaggio e sai che ti chiudono, mettine due freschi sulle fasce. Metti Castillejo, metti Laxalt… Quantomeno sarebbero andati più veloci. Sei riuscito a segnare in una partita così, perché non metti chi corre? Avete visto il contropiede Suso-Cutrone? Erano stanchi morti, poveretti. Se hai qualcun altro al loro posto quella palla la gestisci meglio e con serenità. E non serviva un allenatore esperto, ci sarei arrivato anche io senza patentino e anche chi era a casa e non stava preparando la pasta al sugo”. I giornalisti riferiscono il tutto all’allenatore del Milan che, in conferenza stampa, risponde così: “Non parlo di politica perché non capisco nulla. A Salvini dico di pensare alla politica perché abbiamo grandi problemi in Italia. Con tutti i problemi che ha l’Italia Salvini parla di Milan, una cosa che mi fa impazzire. È già da tempo che dice queste cose, prima con Higuain, poi con i biglietti del derby, oggi con i cambi, è un’abitudine”.
Gattuso ha ragione perché, se Matteo Salvini non fosse il politico che è, nessuno ascolterebbe i suoi commenti da tifoso che rimarrebbero quello che sono: i commenti di un tifoso qualsiasi. Cioè, a microfoni spenti, Salvini torna ad essere un tifoso qualsiasi e può dire quello che vuole ma non può farlo sotto i riflettori: questi infatti si accendono per la sua competenza politica non per quella calcistica. Glielo fa notare subito Gattuso, persona intelligente e umile nonostante litighi coi congiuntivi, quando afferma in chiusura: “Anche io da italiano potrei dire tante cose a Salvini”. Cioè, Gattuso intende dire: “anche io sarei scorretto se sfruttassi una conferenza stampa del Milan per parlare di politica”. Quando parlo di politica sono una persona qualsiasi e pertanto mi ascoltano solo i miei amici: così, se parlassi di politica quando sono sotto i riflettori da allenatore abuserei della mia posizione di allenatore.
Non era un mistero che Giulio Andreotti fosse tifoso della Roma ma non si permise mai, in pubblico, da politico, di dare consigli agli allenatori. Sappiamo tutti, invece, che Silvio Berlusconi contaminò abitualmente la politica con il calcio e viceversa. A differenza di Matteo Salvini però, aveva titolo per parlare, se non altro per i soldi che ci metteva da proprietario del Milan. Gattuso ha giustamente rilevato che le esternazioni di Salvini sul Milan paiono essere diventate sistematiche. C’è un disegno? Cosa porta il nostro ministro dell’Interno a passare con tanta disinvoltura dai problemi coi migranti, al karaoke con Costanzo per finire alle fragilità del Milan?
Matteo Salvini può diventare un grande politico ma finora è solo un politico molto popolare. I politici del passato hanno fatto sì che nell’Italia di oggi sia consentito a una persona qualsiasi come Gattuso rispedire al mittente le critiche che riceve dal politico più potente del momento. Questa è la forza di un paese civile. Che è così perché conosce la differenza tra la volontà espressa nelle piazze da quella espressa nelle urne, frutto di un processo politico che in un paese democratico si forma giorno per giorno attraverso meccanismi delicatissimi. Salvini ha l’occasione di proseguire su questa strada migliorandola ed aggiornandola. Speriamo non la perda.

Tratto da Agi