Blog / Valentina Grimaldi | 16 Novembre 2018

La Dott.ssa Grimaldi risponde – Parliamo di febbre: quanti termometri esistono?

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Cara Valentina,
ti scrivo per saperne di più sui termometri per misurare la febbre. Sono una nonna di quasi 70 anni ed ho avuto 3 figli. Ai miei tempi, ossia quando ero io mamma, esisteva un solo tipo di termometro adesso ce ne sono tantissimi e vedo i miei figli con i nipoti sempre alla ricerca dell’ultima novità, di quello più veloce che non fa piangere i bambini. Mi fai per favore una panoramica su quelli più efficaci e migliori da usare? Grazie (Graziella, da Agrigento)

Cara Graziella hai ragione, da quando sono stati ritirati dal commercio i termometri a mercurio il mercato ha commercializzato una serie di alternative non sempre pratiche e soprattutto spesso costose da rendere difficile la scelta. Il termometro a mercurio di una volta è stato ritirato dal commercio, oggi  è assolutamente sconsigliato e non può più essere utilizzato poiché la sua rottura può rilasciare il mercurio, che è una sostanza tossica per l’organismo. Cercherò di fare una  breve rassegna dei principali dispositivi per misurare la febbre:

– Termometro a gallio o galinstano: è un tipo di termometro  che contiene al suo interno una lega non tossica di stagno, di gallio e indio (galinstano), è un’alternativa valida al termometro tradizionale a mercurio.

– Termometro digitale: rileva la temperatura corporea utilizzando dei sensori. La misurazione della temperatura è abbastanza veloce, al termine  un suono o un bip ti avvisa che puoi levare il termometro e sul display puoi leggere facilmente la temperatura raggiunta. Funziona a pile, come quelle degli orologi, bisogna fare attenzione a quando si scaricano perché a quel punto non misurerà più bene. E’ poco costoso, ne esistono anche con la punta morbida ed è tra i più usati.

– Termometro a infrarossi cutaneo/auricolare: misura il calore emesso dalle superfici corporee. La misurazione è rapida e confortevole (si può non svegliare il bambino mentre dorme) poiché è possibile effettuarla anche a distanza cioè senza nessun contatto con la pelle oppure nell’orecchio. Questo tipo di termometro non sempre è preciso, ma funziona bene in mani esperte. Spesso è impiegato in ospedale. Se lo si usa nell’orecchio ed il bambino ha un principio di otite la temperatura può essere influenzata dall’infiammazione locale e dare pertanto un risultato non reale. Anche sulla fronte, a distanza, una serie di fattori ne limitano l’efficacia, soprattutto in ambito domestico, diverso è l’impiego in ambito ospedaliero. Piuttosto costoso.

– Termometro hi-tech: mediante connessione bluetooth trasmette direttamente allo smartphone la temperatura. Può essere utilizzato per il monitoraggio continuo dell’andamento della febbre, in situazioni particolari.

Per i più piccoli poi esiste addirittura  il termometro a forma di ciuccio: basta metterlo in bocca al bambino per ottenere una rilevazione in brevissimo tempo, ma la sua affidabilità è scarsa.

Esiste poi un tipo a cerotto ultra sottile e flessibile realizzato in materiale morbido, che, appoggiato sulla fronte del bambino, in tre secondi ne rileva la temperatura, anche questo non è troppo affidabile.

Infine, nell’era digitale, non potevano mancare le app, come “Termometro“, che registrano le variazioni della temperatura, usano molto spesso la telecamera posteriore del telefonino dove appoggiare il dito: dal battito, l’app ricava una temperatura indicativa. Anche in questo caso l’affidabilità è poco riconosciuta.

In conclusione dopo questa breve panoramica sui principali ausili per misurare la febbre (probabilmente incompleta perché un continuo fiorire di nuovi strumenti) noi pediatri, ai genitori a casa, consigliamo anche nei più piccoli la misurazione ascellare o inguinale con il termometro digitale.

 

Valentina Grimaldi è nata nel 1964, laureata in medicina e chirurgia nel 1989 all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma e specializzata nello stesso Ateneo in Pediatria nel 1993. Autrice di diverse pubblicazioni scientifiche e relatrice in convegni nazionali ed internazionali; ha conseguito un master di II livello in Allergologia pediatrica. Dopo l’esperienza ospedaliera e di ricerca presso il Policlinico Gemelli di Roma, esercita a Roma la professione di pediatra di famiglia dal 1996. Da sempre attenta alle problematiche psicoeducazionali e della genitorialità si è specializzata in Psicoterapia Infantile per meglio soddisfare i bisogni di salute dei bambini e delle loro famiglie.