Agi – Basta, lancio una petizione per istituire un Daspo per il web
Oggi mi sarebbe piaciuto parlare di Miss Italia. Ma la notizia è che Chiara Bordi, la ragazza ‘protesizzata’, ha perso. Ero in macchina questa mattina presto e una radio ha detto proprio così: “Chiara Bordi è arrivata terza, la nuova Miss Italia è Carlotta Maggiorana”.
Nei giorni scorsi, mentre si avvicinava uno dei nostri eventi televisivi cult – Miss Italia è paragonabile a Sanremo, alla nazionale di calcio, a don Matteo – mi chiedevo come sarebbe stata quest’anno Miss Italia senza Fabrizio Frizzi, che di edizioni ne aveva condotte 17. Come lo avrebbero commemorato visto che ci ha lasciato il 26 marzo scorso e questa era la prima volta senza di lui? Quanto spazio avrebbe avuto? La risposta è: in pratica, nessuno spazio. Come, del resto, è avvenuto per l’intera manifestazione. Diciamoci la verità, quest’anno Miss Italia non c’è stata. Ci sono state solo le polemiche per l’osceno linciaggio (solo mediatico, per fortuna) contro una bellissima diciottenne che ha la forza di lottare contro una sfortuna che può colpire qualsiasi dei nostri figli.
Chiara perde la gamba sinistra dal ginocchio in giù in un incidente di motorino, però decide di non chiudersi in quella terribile tragedia, non si arrende e continua a lottare per la sua vita normale. Va a scuola, esce con gli amici, suona la chitarra e, visto che è bellissima, decide di partecipare a Miss Italia. Con una protesi. E da lì partono, sui social, gli insulti. Perché secondo gli haters, in Italia, se hai una protesi non puoi partecipare a un concorso di bellezza. “Prenderai i voti degli italiani perché sei storpia” è il peggiore. Da quel momento Francesco Facchinetti e Diletta Leotta, come tutto il resto, passano in secondo piano, anzi, scompaiono. Il Far Web – come lo ha felicemente definito Matteo Grandi – impazza. I leoni della tastiera, gente che se fosse a tu per tu con Chiara starebbe muta e zitta, anzi forse non potrebbe trattenersi dal complimentarsi con lei per la sua forza d’animo prima che per la sua bellezza, si scatena. Finisce il concorso. Se Chiara vince, è razzismo al contrario, se Chiara perde “meno male che non ha vinto una storpia”.
No, non ci sto. È venuto il momento di istituire un “Daspo per Internet”. Mettiamo delle regole alla rete. Il Daspo è l’acronimo per “divieto di accedere alle manifestazioni sportive”. Sei un tifoso e ti comporti male allo stadio? Per un periodo da uno a cinque anni non ci puoi più andare: all’orario della partita devi passare in questura a firmare.
E allora propongo di istituire un Daspo per Internet, lancio una petizione popolare. Mi rivolgo al presidente Mattarella che proprio ieri, nel discorso di apertura dell’anno scolastico, ha detto che “le connessioni digitali sono grandi finestre aperte sul mondo, e sul nostro tempo. Ma esiste anche un lato oscuro della rete. Non è accettabile che un ragazzo di quattordici anni muoia in conseguenza di un’emulazione in un gioco perverso in chat”. Giusto. Chi scrive certe cose deve essere sospeso dalla rete. Insulti in maniera oscena Chiara Bordi? Per cinque anni non usi Internet. Sarà difficile da controllare, da far mettere in pratica, ma una società civile come l’Italia non può non riuscirci. Non è sufficiente lamentarsi degli haters: facciamo una legge per introdurre un “Daspo per Internet”.
Vorrei poter guardare le bellezze del nostro Paese (non solo quella delle ragazze) con gli occhi compiaciuti di Dio dopo la creazione: impediamo che la violenza, il livore, la vigliaccheria, quella che uno ha dentro, venga fuori a far parlare di sé. Gli italiani che passano per Internet sono molti di più di quelli che passano per gli stadi. Meritano di essere protetti e custoditi. Ce lo meritiamo tutti.
Tratto da Agi