Mercoledì 5 settembre – Mauro Leonardi
Commento al Vangelo (Lc 4,38-44) del 5 settembre 2018, mercoledì della XXII settimana del Tempo Ordinario, di Mauro Leonardi. Chiunque può mandare i suoi brevi commenti al vangelo, audio o scritti, a [email protected]
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.
Uscire dalla sinagoga ed entrare nella casa di Simone, significa uscire dalla istituzione per andare incontro la vita: significa essere Messa: che la chiesa è per Cristo e non Cristo per la Chiesa. Uscire significa andare nelle periferie, come dice Francesco e continuare a portare Amore dal tramonto all’alba del giorno successivo, in mezzo alla folla come nel deserto, col desiderio ardente di raggiungere tutti, di toccare tutti con l’Amore di Dio che Ha mandato il Figlio unigenito per la redenzione del mondo