Alessandra Bialetti / Blog | 01 Settembre 2018

Le Lettere di Alessandra Bialetti – Perché sei così triste?

Incontri. Il bar. Quello solito. E il “solito” ragazzo con un cappello in mano. Non chiede niente ma si capisce di cosa avrebbe bisogno. Mi siedo. Ho in tasca quei pochi spiccioli per una colazione. Un momento da dedicare a me prima di cominciare la giornata. Pago, esco e preparo qualche spicciolo per il “solito” ragazzo. Ma stavolta mi soffermo. Incontro non un mano ma due occhi. Di una tristezza senza fine. E’ giovane, potrebbe essere mio figlio. Gli chiedo da dove viene ma non capisce. Cambiamo lingua e costruiamo il ponte. Nigeria. Io gli rivolgo una domanda forse stupida. “Perché sei così triste?” La mamma sta male e lui non può rientrare. Si potrebbe pensare alla solita storia per impietosire ma in fondo non importa. Mi importa solo il contatto, due minuti spesi con qualcuno. Non bastano stamattina i due spiccioli. “Hai fame? Andiamo a prendere qualcosa?”. E’ titubante. Lo sguardo si abbassa vergognoso a protezione di una dignità che fa a pugni con il bisogno di mangiare e bere. Entriamo. Lo sguardo stupito del barista che ci dà ciò che lui sceglie. Usciamo. Mangia e beve. Cosa ha di diverso da me? Che bisogni ha diversi dai miei? Fame e sete sono le stesse. Ma io ho tutto e lui no. Ma forse un bisogno ci unisce al di là di ogni altra cosa: una parola, uno sguardo, due occhi che si sorridono senza sapere nulla uno dell’altro. Non serve. Mi dice solo una parola mentre lo sguardo si abbassa nuovamente. “Grazie mama”. Potrebbe essere mio figlio e io sua madre. Forse il suo vero bisogno era un abbraccio di madre lontana e malata. Mentre lo saluto gli chiedo solo una cosa: “Mi regali il tuo sorriso?”. Mi sorride, denti bianchissimi. La sua colazione sarà anche costata più della mia. Ma stamattina io ho ricevuto molto molto di più.

 

Vivo e lavoro a Roma dove sono nata nel 1963. Laureata in Pedagogia sociale e consulente familiare, mi dedico al sostegno e alla formazione alla relazione di aiuto di educatori, insegnanti, animatori. Svolgo attività di consulenza a singoli, coppie, famiglie e particolarmente a persone omosessuali e loro genitori e familiari offrendo il mio servizio presso diverse associazioni (Nuova Proposta, Rete Genitori Rainbow, Agedo). Credo fortemente nelle relazioni interpersonali, nell’ascolto attivo e profondo dell’essere umano animata dalla certezza che in ognuno vi siano tutte le risorse per arrivare alla propria realizzazione e che l’accoglienza della persona e del suo percorso di vita, sia la strada per costruire relazioni significative, inclusive e non giudicanti.