Blog / Terry | 13 Agosto 2018

Le Lettere di Terry – Nell’occhio del ciclone

Caro DS, ieri ti ho proprio pensato….

Eravamo a Messa e – finito tutto – io tendo a restare un po’ in raccoglimento, quando W. mi sussurra: “Ti ricordi quando ero piccolo che dopo la Messa pregavamo insieme?” E infatti quando era piccolino cercavo di educarlo al ringraziamento e spesso lo facevo ad alta voce, adeguato al suo mondo, per dargli un suggerimento dal quale partire nel suo dialogo con Dio. E allora mi sono messa a fare lo stesso, però senza più adeguarlo: ho recitato ad alta voce ciò che normalmente ripeto nel mio cuore.

“Mio Signore, mio amore, mio Dio, mio tutto, ti amo, fa che ti ami sempre più e che ti appartenga sempre più;
che io possa vivere sempre di più in Te, per Te e con Te,
così da cogliere e compiere ciò che Tu vuoi, quando Tu vuoi, come Tu vuoi;
svuotami di me e riempimi di Te,
così che impari a cercare la Tua volontà prima della mia e a riconoscerla;
così che impari ad amare e compiere la Tua volontà più della mia,
a partire da quella che si manifesta qui e ora”

W. risponde: “Tanta roba! Gesù… posso giocare la carta dell'”esci gratis da prigione”?
Quanto mi ha fatto ridere! Poi aggiunge: “Io volevo solo chiedere che Tu mi aiutassi a farmi studiare all’estero! Poi va beh… questo è quel che voglio io, ma poi fai un po’ tu… mi adeguo”.

Come sto?

Come dici tu, bisogna stare attenti, quando si prega, a ciò che si chiede perché “a volte” capita di essere ascoltati.

Se rileggi la preghiera, che a W. ha suscitato la richiesta di “esci gratis di prigione”, in realtà capisco che il buon Dio sta lavorando su di me… in un modo che solo intuisco. Vuole tutto… non ce n’è! Non vuole solo i miei desideri, che Glieli dia, che mi distacchi da essi… vuole anche le mie paure e che mi distacchi da essi. Vuole tutto. E – alla fine – non si tratta altro che di “vivere in Lui, per Lui e con Lui”… SOLO questo! Cioè quello che prego e chiedo, più e più volte al giorno, da… boh… mesi? Anni? Non lo so… e allora Lo lascio fare senza avere la più pallida idea di dove mi porterà.

Mi focalizzo sul “qui e ora”, cerco di fare sempre il mio meglio, chiedo scusa per quando non riesco e affido tutto a Lui… non è Lui che dice di non preoccuparsi? Di non aver paura? Sembra che nella Bibbia sia la raccomandazione ripetuta per 365 volte! E allora ci provo… Non sono proprio serena e a volte l’inquietudine ha il sopravvento, ma cerco di restare nell’occhio del ciclone.

Sì, questa è l’immagine che continua a tamburellarmi nel cervello: la vita come un tornado! Un tornado: sei stai al centro, nell’occhio del ciclone, sei nella calma e il caos, il dolore e la paura che roteano violentemente intorno non ti toccano; se ti allontani dal centro allora il tornado ti tocca e ti sconvolge, se resti al centro sei protetto… e il tornado lo puoi attraversare e puoi essere “lanciato fuori” ma con una direzione precisa, sei proiettato da una forza maggiore sulla quale il tornado non ha potere… il tornado lo puoi attraversare senza farti dominare, ma la forza arriva dal centro e solo dal centro. E’ su questo che medito ed è qui che cerco di restare, nell’occhio del ciclone…

E’ una strana sensazione: non è gioia, non è dolore… forse è tensione. Una tensione che credo positiva, anche se a volte può far male. Intorno a me sento e vedo il tornado, ne sono spaventata e confusa, e allora cerco di restare nel centro… e poi ci penserà Lui. Credo.

Nell’occhio del ciclone…

 


Radicata a Milano, ma cittadina del mondo. Prima di tutto sono mamma, purtroppo single da quasi subito. Contrariamente al mio sogno di essere moglie e madre di una famiglia numerosa, la vita mi ha costretta a diventare capo-famiglia single, una professionista e ora pure imprenditrice. Da sempre svolgo lavori di “servizio alla persona” e, al di là dei più diversi ambiti professionali così attraversati, il comun denominatore è che mi appassiono al cuore delle persone che incontro, alla loro storia e al loro vissuto. Per me la scrittura è introspezione e il confronto è crescita. Amo definirmi devota miscredente perché il mio cammino è strano: a gambero, a zig-zag, non scontato, non sempre ligio, in ricerca, nel quale però cerco sempre di avere onestà intellettuale.