Blog / Le interviste | 30 Giugno 2018

Per Novella 2000 intervisto: Justine Mattera

Justine Mattera è una splendida donna di 47 anni, sposata con due figli, con doppia laurea in Inglese e Letteratura Italiana alla Standford University, famosissima come ex moglie di Paolo Limiti. Ora su Instagram perché posta selfie che alcuni chiamano artistici e altri definiscono al limite del pornografico.

In un mio articolo su Visto, ho scritto che “il pudore è l’educazione a percepire quando la propria intimità è violata”: è d’accordo?
“In un certo senso sì… Insomma, io sono americana, ho avuto una cultura diversa, magari ho delle idee diverse che derivano dalla mia professione, da quello che ho sempre fatto. E anche, devo dire, dall’onestà con cui mi pongo, dal mio essere trasparente, che oggi come oggi non sono cose così scontate. Ovviamente nei miei post seguo un progetto, posto cose perché penso che “possano piacere”.”

Non trova che le sue foto siano esagerate?
“Direi di no”.

Che differenza c’è tra una foto pornografica e una sua foto?
“Secondo me una foto pornografica è una foto volgare, che del corpo mostra tutto: e ciò va contro le regole che esistono oggi sui social. E, in fin dei conti, sono foto che il pubblico non apprezzerebbe”.

Su Instagram alcune parti del suo corpo sono coperte, oscurate. Lo fa perché è il regolamento del social o perché è convinto che sia giusto?
“Perché penso che sia sempre più interessante non far vedere tutto. Credo che la gente sia più intrigata da una foto in cui qualcosa non si vede, rispetto a una foto in cui tutto è ostentato. Lasciare il dubbio che potrebbe vedere molto di più è più efficace che mostrare tutto in modo esplicito”.

Una strategia di seduzione. Lei ha due lauree alla Standford University. Non le dà fastidio essere più famosa per il suo aspetto fisico che per le sue competenze culturali?
“No, le foto sono il mio lavoro. Attuo una strategia precisa per rientrare nel mio target da mamma con i figli. I social mi hanno dato modo prima di riprendere l’attenzione del pubblico, poi di passare i miei contenuti. È questa la cosa più interessante.”

In effetti, per un po’ si erano perse le tue tracce. Quale contenuto vuole passare?
“L’idea di una vita sana, di una vita sportiva, del fatto che una donna, anche dopo una certa età, non perde la sensualità, il suo essere femmina resta: è madre ma è anche donna”.

Oltre che su Instagram, dove possiamo trovare le Justine Mattera?
“Su riviste di moda francesi, inglesi, americane. Poi qualche rivista italiana, anche sui quotidiani. A volte le mie foto sono pagate anche solo dai fotografi.”

Ho letto che lei è amica del porno-attore Franco Trentalance.
“Ci conosciamo, anche se non abbiamo mai lavorato insieme. Però è molto carino. È una persona molto intelligente.”

Per Novella 2000 ho intervistato anche Trentalance, lui ha detto che nella sua condizione pensa non sia possibile sposarsi. E Rocco Siffredi, che pure ho intervistato, mi ha detto di avere moglie e figli e di essere al contempo pornoattore. Per lei invece fare queste foto non è un problema?
“Scusi, ma non capisco cosa c’entri questa domanda con me. Io non sono una pornoattrice, non ho mai fatto film porno o delle azioni che potrebbero pensare che io lo sia. C’è una bella differenza tra una foto bella e una foto pornografica”.

I suoi figli Vincent e Vivienne Rose quanti anni hanno?
“Rispettivamente dieci e otto”.

Quando saranno più grandi, proveranno imbarazzo nel vedere le sue foto?
“Io sono sempre stata così: non è che un giorno mi sono svegliata e ho cambiato modo di essere. Da quando ho cominciato a lavorare nel mondo dello spettacolo, ho sempre fatto cose così. Ai miei inizi non c’erano i social e quindi il grande pubblico non mi vedeva, ma sono stata così fin da giovanissima. Non mi pongo il problema di cosa penseranno i miei figli perché io sono una madre molto presente, e pertanto loro mi conoscono di persona e non dalle foto e potranno capire da soli che non c’è niente di malizioso nel mio modo di comportarmi. Il mio è solo un lavoro come tanti altri”.

Che differenza c’è tra spogliarsi davanti alla persona che si ama o davanti a un obiettivo fotografico?
“Sono due cose diverse. Nelle foto a volte bisogna recitare una parte: le mie foto più “recitate”, funzionano di più, sono più voyeuristiche. Invece, quando sei davanti alla persona che ami, sei te stessa, non sei in posa, sei più naturale. È lo stesso corpo, ma l’essenza è diversa.”

Suo marito non le ha mai detto “in questa foto hai esagerato”?
“Sì, ma come io non interferisco con il suo lavoro, così non trovo giusto che lui provi a dirigere la mia carriera. In quei casi (dice ridendo, nda) gli dico sempre “mi hai conosciuta così, avresti dovuto scegliere meglio. Ti è andata così”. Comunque capita di rado. A volte qualcosa mi dice, perché magari i suoi amici gli fanno qualche commento. E io rispondo “meno male che qualcuno ti fa i complimenti di questo genere. Sarebbe peggio se dicessero: “hai un cesso di moglie”. Anche lì le cose sono relative.”

Non le è mai capitato di autolimitarsi? Di dire “questa foto non la faccio perché a mio marito darebbe fastidio?
“No. Quello che trovo giusto, faccio. Diversamente, sarebbe come chiedere un permesso a mio marito e io non trovo necessario chiedere il permesso. Sono libera, ho una certa età, 47 anni ormai, ed è tardi per chiedere i permessi (ride ancora). Poi, sarebbe contrario al mio motto che è “vivi e lascia vivere”. Ho le mie opinioni sulle cose che fanno gli altri, ma è difficile che dica ad altri come vivere la loro vita.”

Lei si paragonerebbe alla modella di un pittore che fa nudi artistici?
“Bisogna stare sempre attenti quando si dice “nudo artistico”: una bella foto è una bella foto, l’arte invece è qualcosa di molto soggettivo. Uno la chiama arte, un altro la chiama spazzatura. È molto relativo: io penso di fare delle belle foto, professionali, sono il mio lavoro.Vengo pagata per questo e, in ciò, non vedo niente di male, né di sporco”. 

Non farebbe queste foto gratis, per puro senso artistico?
“Se grandi fotografi come Peter Lindbergh o Giovanni Gastel mi chiamassero, le farei anche gratis… Insomma dipende da chi ti sta facendo le foto. Ho avuto la fortuna, e la perspicacia, di scegliere sempre grandissimi fotografi con cui lavorare”.

C’è qualcuna delle sue foto di cui si vergogna, qualcosa che considera un peccato, che non tornerebbe a fare?
“No, non nego mai le mie azioni. Faccio le cose con il cuore, con passione, con trasparenza e onestà. Con integrità. Le ho fatte, in quel momento, perché ci credevo. Si può anche sbagliare, nella vita, però direi che non ho mai fatto azioni di cui pentirmi, perché ogni azione ne causa tante altre: se fossi pentita dei miei sbagli avrei fatto una diversa vita e a me piace la mia vita.

Quindi non c’è proprio nulla che, con il senno di poi, vorrebbe non aver fatto?
“No. È nel mio carattere non avere né ripensamenti né rancori.”

Lei crede in Dio?
“Sì. Sono cattolica, sono praticante, ho tutti e due i figli che vanno a catechismo”

 Cosa intende per “praticante”?
“(Justine ride alla domanda…) Che sono praticante significa che, qui a Milano dove abito, andiamo in Chiesa, i miei figli fanno catechismo, Vincent ha appena fatto la cresima, Vivienne Rose farà la prima comunione l’anno prossimo, mia madre lavora molto per la Chiesa negli USA, insomma la mia famiglia è molto religiosa”

Ma lei è sposata religiosamente o solo civilmente?

“Solo civilmente, ma ho prenotato la Chiesa per l’anno prossimo. Sarà dove si sono sposati i miei bisnonni. Mi ero sposata solo civilmente perché ero incinta, non volevo sposarmi in Chiesa con il pancione ma, al contempo, non volevo che mio figlio nascesse senza il matrimonio dei suoi genitori.  

Quello con Paolo Limiti [il primo marito, ndr] era un matrimonio?”

Sì, ma non è stato mai trascritto in Italia, per cui non era valido
 

Le è simpatico Papa Francesco? Lo condivide?
“Ah, ma è fantastico: io lo adoro. Lo trovo moderno, lo trovo buono, lo trovo molto al passo con i tempi ma in modo naturale. È di grande cuore. A me piace tanto. È una grandissima persona.”

Grazie mille!
“Forse sono un paradosso per lei: ma in realtà le assicuro che possono convivere sia le foto che la Chiesa. Dipende con che fede fai le cose…”

Tratto da Novella numero 27 del 27 giugno 2018