Marco Tosatti – Canada. Giudice riconosce tre genitori per un bambino. Nel suo miglior interesse. Relazione poliamorosa
Per la sezione Rassegna Stampa pubblichiamo un articolo di Tosatti pubblicato sul suo blog
“Nel migliore interesse del bambino”. Questa frase potrà essere forse ricordata negli anni a venire come quella, famosa, pronunciata dalla nobile girondina Marie-Jeanne Roland de la Platière mentre veniva condotta alla ghgliottina: “Libertà, quanti crimini si commettono in tuo nome!”. E gli effetti nefasti del miglior interesse visto dai giudici li abbiamo sperimentati nel caso di Charlie, Isaiah e Alfie.
Perché è nel migliore interesse di un bambino che un giudice, in Canada, a Newfoundland, ha deciso di riconoscere come genitori dello stesso tre adulti legati da un rapporto di poliamore. Si tratta solo di avere un po’ di pazienza, poi succederà anche da noi, quando il problema diventerà oggetto di qualche campagna della Cirinnà, con il comprensiva e rispettoso accompagnamento (scherziamo, su, non si arrabbi, padre!) di don Mauro Leonardi e dei suoi megafoni sul web, e qualche pensosa ma in fondo non ostile articolessa di Avvenire.
Il giudice Robert Fowler spiegava: “J.M e J.E. sono i due partner maschili di una relazione poliamorosa con C.C. la madre di A., il bambino nato nella relazione a tre nel 2017. La relazione è stata stabile, e continua, sin dal giugno 2015. Nessuno dei partner è sposato, e mentre è chiara l’identità della madre, è sconosciuto il padre biologico del bambino”. Pensiamo volutamente; perché grazie all’esame del DNA, se A. è figlio di uno dei due maschi della tripla coppia si dovrebbe poter sapere.
Ma è probabile che non lo si voglia sapere. I tre adulti hanno aperto un contenzioso in tribunale per essere, tutti e tre, essere riconosciuti come genitori di A. dopo che gli uffici pubblici di Newfoundland si erano rifiutati di iscriverli in tre, asserendo che il Vital Statistic Act permetteva che sul certificato del bambino ci fosse solo due nomi.
Il giudice creativo Fowler ha osservato che “il bambino, A. è nato in quella che si ritiene sia una famiglia stabile e amorosa, che anche se al di fuori del modello di famiglia tradizionale, procura un ambente sicuro e accogliente…non trovo nulla che possa dal punto di vista del miglior interesse del bambino, togliere valore a quella relazione. Negare a questo bambino la doppia genitorialità paterna non sarebbe nel suo miglior interesse. Dobbiamo ricordare che questo è per il miglior interesse del bambino e non per il miglior interesse dei genitori”.
Le relazioni poliamorose hanno vari aspetti, e possono coinvolgere un gruppo che coabita di tre o più adulti. Alcune ricerche suggeriscono che ogni 500 americani uno è poliamoroso, e che più di 500mila persone vivono apertamente in questa situazione. E a differenza dalla bigamia e dalla poligamia, che prevedono cerimonie fra i partecipanti, le relazioni poliamorose non sono proibite dal Codice Penale.
Per l’incontro delle Famiglie di Dublino non c’è tempo sufficiente, ma credo che se qualche gesuita americano ci si mette di buzzo buono (indovinate chi…) per la prossima edizione del Meeting delle Famiglie un qualche orgoglioso gruppo poliamoroso cattolico possiamo farcelo mancare?