Agi – Salvini come Caifa? Io mi vergogno di essere italiano
Chi pensa che la mossa di Salvini di chiudere i porti italiani alla nave Aquarius, sia dolorosa ma necessaria perché in questo modo l’Italia si siederà al tavolo dell’Europa con uguale dignità rispetto agli altri paesi membri, si sbaglia due volte.
Il primo errore è anteporre il bene dell’istituzione a quello delle persone. È l’errore che commise Caifa quando convinse il sinedrio a deliberare la morte di Cristo con la frase “non vi rendete conto che è conveniente che un solo uomo muoia per il popolo piuttosto che non vada in rovina la nazione intera” (Gv 11,50). Le istituzioni sono fatte per proteggere le persone e non il contrario: quando invece avviene di cadere in questa contraddizione, quando accade cioè che l’istituzione anteponga il bene di se stessa al bene delle persone per le quali dovrebbe esistere, significa semplicemente che l’istituzione sta per finire.
Significa infatti essersi fatti prendere dall’ira e dal panico, esattamente come avviene a chi sta affogando quando, nelle sue azioni convulse, rischia di uccidere i suoi soccorritori. Caifa voleva uccidere un uomo solo, il nostro ministro dell’interno minaccia di non ospitare 629 persone, tra cui 123 minori non accompagnati, 11 bambini e 7 donne incinte. È una decisione che, per la prima volta in vita mia, mi fa vergognare di essere italiano.
La cecità di tale azione si manifesta poi chiaramente in quella che Minniti ha definito “l’eterogenesi dei fini”, espressione che significa compiere un’azione che, avendo il fine di condurre in una certa direzione, paradossalmente conduce nella direzione opposta. L’attuale governo si lamenta che l’Italia sia lasciata sola dalla UE nell’affrontare la questione migranti, e in questo ha ragione. Ma alzando i toni e facendo il braccio di ferro in un momento di non particolare emergenza, l’Italia passerà da essere sola ad essere isolata.
Il precedente inquilino del Viminale ricorda di non aver chiuso i porti neanche quando in 36 ore arrivarono in Italia 26 navi sbarcando 13.500 migranti. E può andarne fiero perché, lungo la sua gestione, gli sbarchi erano diminuiti di più di un terzo. A dimostrazione che portano frutto non i colpi di testa ma il lavoro paziente di chi costruisce un progetto senza prendere scorciatoie.
Rimane la speranza che lo scellerato annuncio di Salvini sia stato fatto per mero scopo elettorale, visto che è avvenuto quando erano in corso le elezioni amministrative. Incassato l’ennesimo trionfo potrebbe tornare sui propri passi, tornare a fare qualcosa di ragionevole, accogliere Aquarius per poi proseguire l’ottimo lavoro concertato politicamente di Minniti, del quale Salvini stesso, all’indomani dell’incarico, aveva tessuto le lodi. Preferisco la spiegazione del mero calcolo all’andamento in volo cieco.
Tratto da Agi