Blog / Marco Giranzani | 07 Giugno 2018

Le Lettere di Marco Giranzani – Cronache dalla Frontiera: non avrai altro Dio all’infuori di me

“Non commettere atti impuri” così recita il Sesto dei Dieci Comandamenti che tuttavia nella Bibbia non esiste in quanto il 6° Comandamento è sempre e solo “Non commettere Adulterio” sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento nei discorsi di Gesù Cristo.

Di primo acchito verrebbe da pensare che il Magistero della Chiesa abbia arbitrariamente modificato questo Comandamento che è con certezza Parola di Dio: tuttavia questa obiezione è ingenerosa poiché la Sessualità è un ambito molto complesso perché riguarda una parte non trascurabile della personalità, delle relazioni interpersonali e della società stessa.

Essa dunque necessita di una più ampia trattazione come di fatto è accaduto con tutti i Dieci Comandamenti: solo che il 6° è assieme ai primi 3, legati specificamente all’Amore di Dio, riguardo a quello che in morale si definisce Materia Grave, in quanto che se infranti con Piena Avvertenza e Deliberato Consenso, cagionano sempre il Peccato Mortale.

Questo significa che qualsiasi atto sessuale compiuto al di fuori del Matrimonio e al contempo della procreazione è Peccato Mortale sempre secondo le modalità di cui sopra: in sostanza l’autoerotismo e l’omosessualità sono equivalenti, anche se con diverso grado di gravità, all’adulterio, allo stupro e alla pedofilia. Questo insegnamento rigidissimo è tuttavia assurdo alla ragione e alla sensibilità umane, soprattutto per i giorni nostri, eppure così è: ma da dove origina questa dottrina?

Gli Atti Impuri sono descritti nel Libro del Levitico, il quale racchiude le norme di Purità che concernono il Culto al Tempio di Gerusalemme a cui era tenuta la classe sacerdotale scelta sempre tra gli uomini della Tribù di Levi da cui il nome di questo Libro: questi i riti consistevano nell’immolare animali a Dio per la remissione dei Peccati del popolo di Israele. In sostanza gli animali mondi venivano sacrificati, macellati e cotti sull’altare: la forma più alta di offerta era l’olocausto in cui la vittima veniva interamente bruciata; per questo nel Levitico esistono le norme alimentari visto che i Leviti non possedendo campi e pascoli si sostentavano con le carni immolate e le offerte di pane e prodotti agricoli.

Dovendo fare servizio al Tempio cioè nel luogo in cui vi era la Presenza di Dio, i Sacerdoti dovevano essere puri e privi di difetti fisici, e a livello fisico dovevano essere integri gli animali da sacrificare: parallelamente poiché non esisteva la scienza medica erano gli stessi Sacerdoti a verificare lo stato di salute di ogni israelita e constatare la presenza o meno della lebbra e delle malattie veneree. Queste condizioni rendevano Impuro l’uomo o la donna e questa impurità era considerata trasmissibile: appare evidente come queste norme stigmatizzassero delle malattie anche molto contagiose, e l’impurità era l’unico modo per i popoli antichi di fare prevenzione.

Il concetto del Puro e dell’Impuro rimanda ai potenti concetti della Vita e della Morte: come i cadaveri erano considerati impuri poiché immagine della schiavitù della morte introdotta nell’Umanità dal Peccato di Adamo, così la Procreazione e la Nascita erano oggetto di notevole attenzione perché concernevano la propagazione della vita come del Peccato delle Origini.

Eccoci dunque alla Sessualità: come crocevia dei concetti di Vita, Mote, Malattia e Peccato, questo ambito non poteva essere ignorato, ed è in queste norme che compare la condanna dell’Omosessualità; e qui si conclude la Lettera per via di questi inequivocabili versetti:

“Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna: è abominio.” (Lev 18,22)

“Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro.” (Lev 20,13).

Argomento chiuso dunque? Ovviamente no perché questi versetti come tutti quelli dei 2 Capitoli sulle proibizioni sessuali se tolti non solo dal contesto storico, culturale e religioso dell’epoca in cui Dio dettò queste Leggi, ma anche dal contesto del Levitico generano mostruose generalizzazioni che uccidono gli Innocenti invece di condurre i Figli di Dio al fine del Suo infinito Amore.

Torniamo dunque alla Bibbia e leggiamo l’incipit del Levitico 18, 1-5:

Ecco come le Leggi riguardo la Sessualità rimandano inequivocabilmente ai costumi sessuali dell’Antico Egitto e dei popoli Cananei: ma di preciso di che genere di costumi si trattava?

Ci viene qui in aiuto San Paolo nella Lettera ai Galati 3, 10-22:

“Perché allora la legge? Essa fu aggiunta per le trasgressioni, fino alla venuta della discendenza per la quale era stata fatta la promessa, e fu promulgata per mezzo di angeli attraverso un mediatore. Ora non si dà mediatore per una sola persona e Dio è uno solo. La legge è dunque contro le promesse di Dio? Impossibile! Se infatti fosse stata data una legge capace di conferire la vita, la giustificazione scaturirebbe davvero dalla legge; la Scrittura invece ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato, perché ai credenti la promessa venisse data in virtù della fede in Gesù Cristo.”

Egli parla di Trasgressioni e di Credenti: dunque si parla di Infedeltà e infatti quali furono le cause che condannarono Israele a vagare 40 anni nel deserto prima di accedere alla Terra della Promessa e colpirono gli stessi Aronne, Miriam e Mosè, il quale mai avrebbe calcato la terra dove scorre latte e miele?

Furono l’incredulità e anzitutto l’adorazione del vitello d’oro: eccoci arrivati all’Idolatria e infatti Egizi e Cananei erano Politeisti e dediti all’Ingiustizia, stigmatizzata nel Capitolo 19 del Levitico e nel successivo 20, 1-3:

Si usava infatti immolare i primogeniti nella fornace ardente dalla forma del dio Moloch, ecco perché il Signore Dio dirà agli israeliti di consacrarGli i primogeniti della famiglia e del bestiame: e tra i culti egizi e cananei come in tutte le religioni dell’antichità esisteva la Prostituzione Sacra legata ai culti della fertilità; una conferma di ciò ci viene dal Libro del Deuteronomio, che è speculare al Levitico in quanto ne svolge le Leggi in modo ampio e descrittivo, nel Capitolo 23, 18-19:

“Non vi sarà alcuna donna dedita alla prostituzione sacra tra le figlie d’Israele, né vi sarà alcun uomo dedito alla prostituzione sacra tra i figli d’Israele. Non porterai nella casa del Signore tuo Dio il dono di una prostituta né il salario di un cane, qualunque voto tu abbia fatto, poiché tutti e due sono abominio per il Signore tuo Dio.”

Ed ecco spiegati i 2 versetti sopracitati:

Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna: è abominio. (Lev 18,22)

Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro. (Lev 20,13).

Dunque il Levitico condanna la Sessualità legata ai Culti Idolatrici della Fertilità, usi e costumi che non esistono più al giorno d’oggi: questi sono gli Atti Impuri condannati che nel Catechismo della Chiesa Cattolica avrebbero avuto ben più senso se connessi al Primo Comandamento e non al Sesto; dunque il Levitico non condanna l’Omosessualità.

E San Paolo cosa ci dice a riguardo? Lo scopriremo nella prossima Lettera.

Marco Giranzani, giovane disabile per nascita, Cristiano grazie ai suoi bravi genitori, curioso e studioso di natura omosessuale, dacché ha memoria è sempre alla scoperta di Dio e del Suo Amore che oltrepassa ogni confine.