METRO – La società del “tutto e subito”
Circa 4.280.000 risultati in 0,33 secondi. Ecco cosa mi dice Google dopo la ricerca effettuata un minuto fa. Ecco perché, se l’ascensore non arriva immediatamente, mi innervosisco. La società del “tutto e subito” (l’espressione con la quale molti etichettano il nostro tempo) non è solo figlia di internet, perché l’avere tutto e subito castra la mia capacità di desiderare. Sembra così guardando bambini che hanno perso la capacità di sacrificarsi per un obiettivo. Se chiedo a papà di comprarmi lo skateboard e lui mi risponde che lo farà se vengo promosso, dovrò imparare a far vivere lo skateboard dentro di me. Passeranno mesi lungo i quali gli skateboard acquisteranno spessore e storia. Andrò a guardarli su Amazon, alle vetrine di un negozio, parlerò con gli amici di quale e meglio acquistare. Proverò i loro skate, inventerò delle storie nelle quali il mio skate sarà protagonista. E quando un compito si farà più difficile ritroverò forze pensando allo skate. Se invece mio padre me lo acquisterà subito, il mio skate sarà con me ma senza la mia anima, e per questo sarà più leggero. Sarà solo un oggetto che ben presto mi darà noia e perciò vorrò qualcosa d’altro. Fa sorridere la storia dello skate? Forse. Però pensate quale grande capacità di resistere possiede chi sa aggiungere narrazioni agli oggetti, rispetto a chi dipende esclusivamente da essi. Dall’averli o non averli.
Tratto da Metro