Articoli / Blog | 23 Maggio 2018

METRO – Quel viadotto e l’artiglio dei perché

Tragedia del Viadotto di Francavilla. Ora mi prende alla gola l’artiglio dei perché. Perché una famiglia senza apparenti problemi si autodistrugge? Domenica pomeriggio tutta l’Italia ha seguito con gli occhi sbarrati la morte di Ludovica, mentre si rincorrevano le notizie. E ora ci tormentano i perché che, col passare delle ore, si appesantiscono invece di dissiparsi. Gli inquirenti dicono che non ci sono le motivazioni: nessun problema economico, nessun problema psichiatrico. Se fossi uno sceneggiatore, inventerei il delitto d’onore: “lei mi ha tradito, il dolore per me è stato troppo grande, non ho retto e ho ucciso tutti”. Se fosse vera questa mia invenzione direi all’omicida/suicida che il suo continuo urlare “scusa” di quel pomeriggio vale come ammissione di non riuscire a fare il bene del perdono. Adesso che sta nell’aldilà, lo spingerei a guardare le lacrime di Ludovica, di certo convinta che il suo papà è buono. È una ricostruzione fantasiosa ma è l’unica che mi permette di pregare per lui. Vedo, nella fede, Fausto Filippone salvato dalle lacrime di Ludovica. Vedo una bimba di dieci anni, che, in lacrime, dice a Dio “perdona mio papà perché è buono”. Il nostro cuore è un mistero insondabile e, come prete, devo solo cercare di stare di fronte a questo mistero senza dividere il mondo in buoni e cattivi. E, forse, dobbiamo cercare di farlo tutti. Non solo i preti.

Tratto da Metro