METRO – Noi e il coraggio della ribellione
Quattro esponenti del clan Casamonica sono stati arrestati grazie al coraggio di una donna disabile che protestava perché i delinquenti pretendevano di essere serviti prima di lei nonostante fossero arrivati dopo. Al suo coraggio, che ha attirato le ire dei malviventi, si aggiunge quello del barista che ha cercato di difenderla e che è stato selvaggiamente picchiato. La malavita organizzata non è forte quando spara e malmena, ma quando non ha bisogno di farlo, quando ha il consenso della gente perché ha normalizzato l’illegalità. Non siamo nel Farwest e non dobbiamo farci giustizia da soli ma, per consentire alle forze dell’ordine di fare il loro lavoro, è necessario uccidere il don Abbondio che vive dentro di noi. Non è vero che se “uno il coraggio non ce l’ha non se lo può dare”: ribellarsi alla violenza si può, altrimenti si è semplicemente conniventi. Lo insegna la terza eroina di questa vicenda: la moglie del titolare del Roxy Bar che corre a denunciare e, davanti alle telecamere, dice con forza “voglio che paghino, non ho paura: chi ha sbagliato deve pagare, tutto qua. Chi ha fatto quello che ha fatto, a prescindere che sia rumeno o italiano, deve assumersi le responsabilità per quello che ha fatto e pagare”. Chi sbaglia paga, chi sbaglia viene denunciato: ricetta tanto semplice quanto vera. E se ogni giorno la mettessimo tutti in pratica nel nostro Paese si vivrebbe meglio.
Tratto da Metro