METRO – C’erano una volta i maestri
A Palermo un professore ipovedente viene picchiato dal genitore di una sua studentessa. Secondo le prime ricostruzioni, l’alunna avrebbe raccontato, mentendo, di essere stata picchiata quando invece era stata solo ripresa. Dopo l’aggressione, il professore è stato trasportato all’ospedale dove gli hanno diagnosticato un’emorragia cerebrale. Oramai da mesi siamo abituati a leggere notizie inquietanti di aggressioni violente contro insegnanti da parte di genitori. Sono notizie “non notizie” perché la violenza contro gli insegnanti è frutto della perdita del ruolo sociale del maestro e del professore che, in passato, era un’istituzione come lo erano il parroco e il sindaco. Stipendi da fame uniti a un non riconoscimento della professione e della professionalità, con l’alleanza tra scuola e famiglia che va a rotoli. Forse dobbiamo ripartire tutti dal piccolo come capire, per esempio, che un atto di maleducazione è un atto di cattiveria. Sembra poco ma ascoltare una lezione senza tenere la gomma in bocca, dire parole e non parolacce, vestirsi come se fossimo a scuola e non in spiaggia, non alzare la voce e rispettare il proprio turno per parlare, vale tanto quanto non alzare le mani e non minacciare. Vale la pena perché tutt’ora l’istruzione del nostro paese è in grado di “produrre” eccellenze che il mondo ci invidia e, infatti, ci “ruba”.
Tratto da Metro