Articoli / Blog | 27 Marzo 2018

Agi – La riforma della Chiesa e l’invito del Papa ai giovani a gridare

In ogni decisione veramente saggia deve sempre esserci una parte di follia. Erodoto racconta che gli antichi persiani erano soliti prendere le decisioni più serie da ubriachi. “Ciò che loro piacque mentre decidevano, il padrone della casa nella quale si sono riuniti a consiglio lo ripropone il giorno dopo, quando sono sobri; se lo approvano anche da sobri, mettono in atto la decisione e, se non la approvano, ci rinunciano. Tuttavia, se la prima volta hanno deliberato, tornano a decidere quando sono ubriachi”. Nel cristianesimo questa componente sorprendente della vera prudenza si trasferisce dalla follia data dal vino a quella data dalla giovinezza. Secondo Luca, Gesù nell’Ultima Cena, proprio parlando di governo e di potere raccomanda che non siano solo gli anziani ad intervenire ma che siano ascoltati anche i giovani, anzi i più giovani. “Voi però non fate così ma chi tra voi è più grande [nel senso di anziano] diventi come il più giovane” (Lc 22,26). È un consiglio che san Benedetto interpreta introducendo nella sua Regola – quella che è stata pietra fondamentale nell’edificazione dell’occidente – il dovere, per l’abate, di ascoltare, prima di decidere, anche il consiglio del monaco più giovane, dell’ultimo arrivato: l’abate benedettino ha quest’obbligo perché sa che, essendo l’ultimo arrivato, il giovane ha uno sguardo totalmente altro sulle cose. “Ogni volta che in un monastero si devono trattare cose di importanza, l’abate raduni tutta la comunità… abbiamo detto di chiamare tutti a consiglio perché spesso il Signore ispira al più giovane il partito migliore” (San Benedetto, Regola, Cap. 3).

Con queste premesse, non serve molto sforzo per interpretare le parole di Papa Francesco che invitano i giovani “a gridare”, pronunciate ieri in uno dei momenti più delicati del suo pontificato, nel senso evangelico di andare a cercare risorse e forza nel coraggio speranzoso di chi non vuole lasciare che la Chiesa sprofondi nella palude dei giochi di potere. Facile da capire, se si ricorda che il contesto è quello della “vicenda Viganò”, l’uomo che Francesco aveva fortemente voluto a capo del grande lavoro di riforma del sistema comunicativo della Santa Sede e che pochi giorni fa è stato costretto alle dimissioni per la vicenda della lettera “letta/non letta” di Papa Benedetto XVI. “Far tacere i giovani è una tentazione che è sempre esistita. Gli stessi farisei se la prendono con Gesù e gli chiedono di calmarli e farli stare zitti. Ci sono molti modi per rendere i giovani silenziosi e invisibili. Molti modi di anestetizzarli e addormentarli perché non facciano “rumore”, perché non si facciano domande e non si mettano in discussione. “State zitti voi!”. Ci sono molti modi di farli stare tranquilli perché non si coinvolgano e i loro sogni perdano quota e diventino fantasticherie rasoterra, meschine, tristi. In questa Domenica delle Palme, celebrando la Giornata Mondiale della Gioventù, ci fa bene ascoltare la risposta di Gesù ai farisei di ieri e di tutti i tempi, anche quelli di oggi: «Se questi taceranno, grideranno le pietre» (Lc 19,40). Cari giovani, sta a voi la decisione di gridare, sta a voi decidervi per l’Osanna della domenica così da non cadere nel “crocifiggilo!” del venerdì… E sta a voi non restare zitti. Se gli altri tacciono, se noi anziani e responsabili – tante volte corrotti – stiamo zitti, se il mondo tace e perde la gioia, vi domando: voi griderete? Per favore, decidetevi prima che gridino le pietre.” Parole inequivocabili perché l’anziano, responsabile, tante volte corrotto, quello che sta zitto, è lo stesso che calunnia e che “manipola la realtà e crea una versione a proprio vantaggio e non ha problemi a incastrare gli altri”. La riforma della Chiesa e della Curia, promette il Papa, andrà avanti. Perché la stoltezza di tacere, di conservare il “si è sempre fatto così”, è la follia peggiore perché, sembrando saggia e prudente, impedisce alla vera prudenza, quella evangelica e millenaria, di venire alla luce.

Tratto da Agi