Blog / Terry | 18 Marzo 2018

Le Lettere di Terry – Un aneddoto sulla fiducia

A casa dei miei genitori gironzola una rivista cattolica d’Oltralpe che trovo molto utile, simpatica e spesso istruttiva. Per un certo periodo hanno raccontato la vita di alcuni eremiti: dopo la conoscenza dei Padri del deserto, queste figure mi hanno sempre interessata. Anche il mio DS mi regalò un libro “Arguzie e facezie dei padri del deserto” che mi trasmetteva un sacco di simpatia.

Ve ne cito tre per farvi sorridere:

Un uomo maligno venne un giorno a tormentare un anziano con le sue domande sciocche: –

“Davvero credi possibile, tu così intelligente, che Giona abbia potuto restare in vita per tre giorni nella pancia della balena?”

“Non so, ma comunque lo chiederò a lui stesso quando lo vedrò in paradiso”

“E se per caso è all’inferno?”

“Allora glielo chiederai tu!”

Oppure

Al grande Antonio un giorno qualcuno disse: “Sei il più grande monaco di tutto l’Oriente” –  Antonio rispose: “Me lo ha già detto il diavolo” .

Oppure

Venne chiesto ad Abba Arsenio: “Perché fratello ti sei fatto eremita? L’uomo non può viver senza i suoi simili!” – “

Ma non può viverci neanche insieme, poiché alla lunga, gli è intollerabile che un altro gli sia simile”

Torniamo a noi, mi colpì leggere in un’intervista rilasciata da un’eremita, la semplicità della sua fede. Costui viveva in un bosco isolato da tutto e da tutti. Per raggiungerlo bisognava armarsi di scarponcini e scarpinare per qualche ora. Non entro nel merito di tutta l’intervista, cito solo l’aneddoto in questione.

Il giornalista gli chiese come si regolava per la salute e soprattutto, visto che il suo “riscaldamento” era dettato solo da un camino e che lui si procurava la legna a volte anche arrampicandosi sugli alberi, come si regolava per la sicurezza. Citava proprio questo esempio degli alberi: se cadeva e si rompeva una gamba, come avrebbe fatto per chiedere aiuto? La sua risposta fu disarmante: “Io sono qui per stare con Dio e Dio si prende cura di me: ho fiducia in Lui e questo mi basta. A me ci pensa Lui!”


Radicata a Milano, ma cittadina del mondo. Prima di tutto sono mamma, purtroppo single da quasi subito. Contrariamente al mio sogno di essere moglie e madre di una famiglia numerosa, la vita mi ha costretta a diventare capo-famiglia single, una professionista e ora pure imprenditrice. Da sempre svolgo lavori di “servizio alla persona” e, al di là dei più diversi ambiti professionali così attraversati, il comun denominatore è che mi appassiono al cuore delle persone che incontro, alla loro storia e al loro vissuto. Per me la scrittura è introspezione e il confronto è crescita. Amo definirmi devota miscredente perché il mio cammino è strano: a gambero, a zig-zag, non scontato, non sempre ligio, in ricerca, nel quale però cerco sempre di avere onestà intellettuale.