
Le Lettere di Gavina Masala – Prospettiva a 5 stelle?
Dati i risultati dell’ultima tornata elettorale, mi sono soffermata ad analizzare se questi siano dovuti al programma del MoVimento 5 stelle, scaricabile dal sito, o se invece siano espressione di altre istanze.
Vediamo alcuni capitoli essenziali delle promesse grilline come spunto di riflessione: per quanto riguarda il tema economia, riporto fedelmente quanto scritto: «misure immediate per il rilancio della piccola e media impresa sul modello francese», «ripristino dei fondi tagliati alla sanità e alla scuola pubblica con tagli alle Grandi Opere inutili come la Tav». Il programma poi si sofferma sui capitoli del risparmio energetico e delle energie rinnovabili e chiede l’applicazione di norme già in essere, ma disattese; risulta un po’ impreciso per la verità. Passiamo al tema dei temi: il mercato del lavoro; troviamo al riguardo la proposta di abolizione della legge Biagi e quella di un «sussidio di disoccupazione garantito». Si continua con l’intento di abolire i «monopoli di fatto, e col mettere in opera «disincentivi alle aziende che generano un danno sociale (per esempio distributori di acqua in bottiglia)».
Dopo questi brevi cenni, il programma è molto più lungo per la verità, possiamo dire che esso si presta ad essere letto in molteplici modi, uno di questi è in chiave estrema: sembra infatti mirare ad abolire ingiustizie sia economiche che di principio e a tagliare con le politiche del passato; seppure tutto sia privo di argomentazioni articolate, questo si può tranquillamente evincere.
In effetti però l’unico dato di fatto è che il MoVimento ha grosse e inaspettate possibilità davanti a sé, da non sperperare: come Micromega sottolinea da tempo, in Europa ormai risultano credibili ed apprezzate solo due tipologie di politiche prive di vie intermedie. Una di queste va in favore dell’uguaglianza economica e sociale di cittadini stanchi di sperequazioni sempre più evidenti, l’altra in direzione dell’individuazione di capri espiatori, quali i migranti ad esempio. Posto che chi scrive non ritiene nè l’una nè l’altra vie buone, mi sembra un’analisi realistica e credo che Grillo & co. stiano cavalcando la prima opzione.
Ciò potrebbe avvenire anche in maniera positiva: Di Maio e gli altri potrebbero ora tranquillamente scegliere di occupare la scena da veri innovatori, proponendo a Mattarella nomi eccellenti non appartenenti all’establishment, tagliando così de facto con le vecchie logiche, andando verso quell’estremismo che i tempi richiedono e verso cui il loro programma sembra muovere, interpretandolo in maniera finalmente costruttiva. Tuttavia i nomi presentati dal MoVimento prima delle elezioni sembrano andare verso una direttrice di sostanziale mediocrità e il candidato premier sembra farsi consigliare da figure di basso calibro. La speranza però rimane: i pentastellati hanno l’occasione di incarnare un radicalismo anche buono e di associarsi a personalità sì radicali come il loro DNA richiede, ma valide e “pulite”. Servirebbero però coraggio, competenza e soprattutto umiltà. Per sgomberare il campo: chi scrive non crede in una linea estremista, tuttavia se di tinte forti la politica odierna ha bisogno, facciamo almeno che siano i colori di una tela di Kandinsky, non di un dilettante e del buono – speriamo – arriverà.
Giovane mamma e moglie, scrivo per capire. Ho una formazione internazionale, da settembre 2015 ho intrapreso un secondo corso di studi in filosofia, presso un ateneo pontificio. Parlo tre lingue, mi interesso soprattutto di relazioni internazionali e di religioni: cerco di vedere come la prospettiva cristiano – cattolica possa aiutare a convivere pacificamente. Ha un suo blog personale