Agi – Consigli per l’uso tranquillo della neve romana
Noi, qui a Roma, a Burian abbiamo resistito. Anzi gli abbiamo spezzato le reni. Per non farci sorprendere dalla neve, abbiamo fatto la cosa più saggia: siamo rimasti a casa. Il consiglio imperativo è stato della Sindaca Raggi: scuole chiuse e mezzi di superficie per lo più fermi (ufficialmente si dice “servizio ridotto”). I taxi non si trovavano però la metro andava. E prova a dire che è cosa da poco visto quanto avviene nei giorni normali. Andava e non solo: andava anche bene, e non conta che era semivuota. Come del resto le banche, le poste, i servizi pubblici e le farmacie: tutti aperti e tutti rigorosamente deserti perché, avendo i figli a casa, noi romani abbiamo preferito stare rintanati. Già rischiamo l’osso del collo ogni giorno con le nostre buche quotidiane: se poi sono pure coperte dalla neve il rischio diventa troppo. Non sei più coraggioso, sei temerario: si passa dalla virtù al vizio. Se non ti rompi una gamba, ti viene un infarto per lo spavento. Così ce la siamo presa tranquilla e se proprio non era questione di vita o di morte abbiamo pensato che era meglio rimanere dentro casa e non rischiare la pelle. In questo modo non solo sono rimaste chiuse le scuole ma c’è andata di mezzo anche la TV. Per esempio I Fatti vostri, previsto alle 11 su Rai2, non è andato in onda perché gli ospiti, alcuni tecnici e il pubblico non riuscivano ad arrivare: poco male perché in sostituzione c’è stato Sereno variabile e il tv movie Dream Hotel – Sri Lanka Ps.
In compenso la magia della Città Eterna sotto la neve ha fatto il giro del mondo grazie ai social. Non solo Villa Borghese, il Colosseo o i preti che fanno a palle di neve coi pellegrini in Piazza san Pietro: anche io, vestito da “Fantozzi va in montagna”, grazie a Instagram mi sono messo diligentemente a rendere pubblico il marciapiede della mia parrocchia e i fiocchi di neve della mia periferia. In fin dei conti tra noi che eravamo per strada questa mattina c’era tanta allegria. Non lo sapevamo forse ma stavamo mettendo in pratica la decrescita felice, quella profetizzata da Beppe Grillo in un’intervista alla TV turca: “tra cinque anni saremo più poveri ma molto felici”, aveva dichiarato. Siccome era il marzo 2013, cioè cinque anni fa esatti, il nostro ha fatto centro. Ma chi l’ha detto che si è felici solo se gli spazzaneve funzionano e la città gira come se Burian non ci fosse? Che saranno mai 140 minuti di ritardo dei treni a causa del nodo ferroviario di Roma congelato se quattro fiocchi ottengono che la Raggi a Città del Messico per la conferenza del C40 #Women4Climate ha potuto raccontare che l’Italia torna protagonista per vincere le sfide del domani, anzi di fatto il problema del cambiamento climatico è cosa che non ci riguarda visto che da noi nevica? Io, poi, oltre i fiocchi che cadono, ho postato anche un ramo, caduto, grosso quanto un albero. Però nessuno si è fatto male perché quando cadeva la strada era vuota. Hai capito perché per strada non passava nessuno?
Tratto da Agi