Blog / Gavina Masala | 16 Febbraio 2018

Le Lettere di Gavina Masala – Il cristianesimo ha un’essenza?

Da tempo mi accompagna una domanda circa la verità, o Verità, del Cristianesimo; nelle mie poche esperienze, approfondimenti ed incontri infatti mi imbatto in quanti come me si professano Cristiani, ma pensano o dicono o fanno cose completamente differenti da me.

Allora, esiste un’essenza del Cristianesimo? Esiste un fare Cristiano? Provo a rispondermi, specialmente attraverso il meraviglioso lavoro di Adolf Von Harnack che si intitola L’essenza del Cristianesimo.

Cosa sia il Cristianesimo a livello storico è tutto sommato ben delineato: compare l’uomo storico Gesù, la sua predicazione diventa dirompente e questa viene incardinata all’interno del pensiero greco dai primi apologeti, proprio per contenerne la forza e per permetterle di non estinguersi. Il resto, tra tanti eventi controversi, è storia.

Ma il Cristianesimo è – suggerisce Harnack – fondamentalmente Gesù Cristo, il Vangelo e l’azione che questi hanno svolto sull’uomo singolo determinato nel tempo e nello spazio.

Cristo, come ogni personaggio storico, ha fatto qualcosa di grande ma soprattutto ha  lasciato un’eredità, che all’interno dell’animo umano continua a germogliare da quando Egli è stato. Se è vero che le grandi personalità si distinguono per i comportamenti che suscitano in quanti li eleggono a loro signori, questo quid che risiede nella parte più spirituale e intima di noi e che ci fa agire in maniera così “atipica”, è l’essenza del Cristianesimo.

A mio avviso e con Harnack, bisogna scavare ancora un po’ per chiarire meglio una risposta alla domanda su chi sia realmente un Cristiano, sia perchè essa risiede nel profondo dell’essere, sia perchè la religione spesso diventa fatto istituzionale e politico, il che non è deprecabile in sé e per sé, ma bisogna esserne consci per evitare di attribuire a Cesare quanto è di Dio e viceversa.

Mi si conceda di mettere a fuoco a questo punto un tratto fondamentale del Cristianesimo che ci aiuta nella ricostruzione, ovvero il tono utilizzato da Gesù, che a dispetto di scribi e farisei “predicava come avendo autorità”, e cosa ha annunciato il Figlio, sulla cui predicazione autorevole si fonda il nostro credo? Il Vangelo: Il regno del Padre. Più precisamente il suo “avvento interno” – potremmo dire interiore con Sant’Agostino – per quanti abbraccino l’etica Cristiana.

Sarà allora importante capire quale sia questa etica, così essenziale al vivere una vita cristiana; ebbene, quella del primato dell’intenzione. Infatti la morale farisaica, in relazione ed in opposizione alla quale predicò il Salvatore, era zeppa di riferimenti a casi particolari, piena di rituali, era prescrittiva. Per il Cristiano la rigida legge diventa l’amore di Dio, quell’amore cui conformarsi quando si agisce, quell’amore che si riversa sulle creature tramite il Cristo per Grazia, e che esse a loro volta donano sempre per Grazia al prossimo, con carità. Il Cristianesimo è etica di carità nella sua dimensione interiore, dunque un’azione è eticamente cristiana se sinceramente prende le mosse dall’amore cristiano.

Questa è certamente la cifra del Sermone sulla montagna, in cui costantemente si fa riferimento al primato dell’intenzione in qualunque attività umana: i beati infatti non sono quanti abbiano adempiuto a dei precetti, ma quanti abbiano obbedito alla coscienza del Bene. Come sappiamo Gesù recise ogni legame col culto esterno ed ebbe parole nette di condanna per quanti facevano vacillare il prossimo sotto il peso di un ideale di bene, mandando poi offerte al tempio. In questo Egli fu nitido: l’amore Cristiano è agapico, smisurato, ha il suo scopo in sé, è puro servizio per l’altro; per ciò stesso pertiene a una dimensione nascosta e intima dell’essere. Se questo è il Cristianesimo, chi sono coloro che possono amare in questo modo così esigente? Gli umili, ovvero i beati poveri di spirito, quanti si trovino nello stato dell’anima di implorare Dio – non a caso iniziamo le preghiere con l’invocazione: “O Dio vieni presto a salvarmi” – che è il grido dell’indigente.

Questo grido che sgorga in preghiera ci porta a impetrare la Grazia, che ci rende imitazione di Cristo, nel profondo dello spirito. Dunque l’essenza del Cristianesimo è questa somiglianza, che per i tratti con cui abbiamo descritta, sembra essere sondabile solo da Dio…

Giovane mamma e moglie, scrivo per capire. Ho una formazione internazionale, da settembre 2015 ho intrapreso un secondo corso di studi in filosofia, presso un ateneo pontificio. Parlo tre lingue, mi interesso soprattutto di relazioni internazionali e di religioni: cerco di vedere come la prospettiva cristiano – cattolica possa aiutare a convivere pacificamente. Ha un suo blog personale