Articoli / Blog | 07 Febbraio 2018

METRO – Macerata e la nostra anestesia morale

Macerata adesso vuol dire paura. Non solo per un corpo messo a pezzi in valigia e per i colpi di pistola sparati all’impazzata ma perché il male, dicendo bugie, tesse una trappola nella quale caschiamo. Il male dice bugie. Perché il problema dell’immigrazione c’è e c’è anche quello dello droga, ma c’è anche che a tutto questo si deve reagire con la razionalità della politica non con il Mein Kampf sul comodino. C’è paura perché, oltre al giovane che ha sparato, c’è la gente che gli esprime solidarietà come dice l’avvocato Giulianelli. Per il legale, che definisce il raid xenofobo del suo assistito “un’azione scellerata”, questa solidarietà è un preoccupante segno dell’inerzia della politica. Ma io aggiungo che è anche segno di anestesia morale e della logica del taglione. Di un ritorno alla vendetta che pacifica l’istinto e la rabbia ma non risolvendo i problemi, lascia solo una scia crescente di violenza. Così, di fronte ad un raid allucinante, spaventa il coro di voci che non mostrano segni di pietà ma parlano solo di rappresaglia. Allora mi viene paura. Perché sento le istituzioni democratiche messe in pericolo e il nostro senso civico al collasso. Soprattutto avverto un sentimento di rancorosa diffidenza verso chi dice di credere nella politica e nell’educazione e che bisogna smascherare la menzogna delle soluzioni a portata di mano, anzi di grilletto. È un brutto momento.

Tratto da Metro