Le Lettere di Loretta Conte – Fino a che punto dobbiamo tollerare?
Gentile don Mauro,
vorrei parlare con lei degli ultimi e recenti fatti di bullismo da parte di “baby gang” che sono accaduti in due quartieri di Napoli. In un supermercato, alcuni ragazzini di tredici-quattordici anni hanno sputato sulle cassiere provocando dissensi e contrasti tra i clienti: alcuni dicevano che bisogna tollerare perché sono bravate di ragazzini, altri cercavano di sdrammatizzare o di restare indifferenti dinanzi al fatto accaduto, mentre i ragazzi scappavano via. Il secondo fatto di bullismo è accaduto in un’altra zona della periferia della città: tre ragazzi di quindici anni, all’uscita della stazione metropolitana, sono stati assaliti da un branco di ragazzi coetanei che li hanno buttati a terra con schiaffi e pugni. I primi due sono riusciti a rifugiarsi nel bar della stazione, mentre il terzo non è riuscito a svincolarsi dalla furia selvaggia degli assalitori che gli hanno provocato lo spappolamento della milza. Ciò che più mi dispiace è aver saputo dell’indifferenza dei presenti che stavano a guardare senza portare aiuto e soccorso. Il ragazzino è tornato a casa con forti dolori all’addome e perdita di sangue, la mamma prontamente l’ha accompagnato all’ospedale; i medici lo hanno salvato operandolo e asportando la milza.
Un mese fa, una specie di bullismo l’ho subito anch’io, ma questa volta non si trattava di ragazzini ma di una signora che sembrava “perbene”. Io portavo dei pacchi della spesa; questa signora si era fermata a chiacchierare con una sua amica davanti al cancello e ostruiva il passaggio di entrata, le ho chiesto gentilmente di farmi passare e di andare a chiacchierare altrove, lei mi ha risposto che la strada è di tutti, io ho insistito nella mia richiesta ma non si muoveva da quel posto. Alla fine sono intervenuti dei vigili, che erano nelle vicinanze a regolare il traffico, per mettere fine a questa discussione ed a consentire che io potessi finalmente passare con le buste della spesa che avevo tra le mani. La signora ha risposto ai vigili che bisogna essere tolleranti e si è permessa di offendermi con parole volgari ferendo ingiustamente la dignità della mia persona. La vigilessa ha chiesto alla signora di chiedermi scusa. Lei non lo ha fatto e mi ha lasciato il passaggio libero.
Mi sono permessa di raccontare questi fatti incresciosi, perché vorrei sapere da lei e anche dal blog fino a che punto dobbiamo tollerare queste violenze. Come mai esiste tutta questa libertà di offendere e provocare in modo volgare e violento? Se alcuni genitori continuano ad essere tolleranti e ad educare in questo modo i propri figli, asserendo che si tratta di “bravate infantili” e coprendo in qualche modo le loro cattive azioni, dove finiremo? Come si può fare e cosa si deve fare per arginare, contrastare e bloccare questa violenza grave, ingiustificata, inaccettabile che è sorta tra soggetti che vivono nello stesso quartiere? Quali cause hanno provocato questi gravi turbamenti e disordini, queste violenze crescenti e davvero preoccupanti?
Loretta Conte