
Le Lettere di Cèline C. – Il coraggio di ballare
Quando il cuore è aperto ci si stupisce sempre! Qualche giorno fà, inaspettatamente, mi è stata data di fare un’esperienza particolare, particolare per me. Ero a un matrimonio speciale. Un matrimonio internazionale, un incrocio di culture, lingue e tradizioni, non solo un giorno di promesse ma di affidamento profondo. Due mondi veramente lontani che si sono avvicinati tramite due cuori aperti, di fronte allo stupore di tutti. E lì per me è il Mistero che si fa presente, anche senza il sacramento, lo tocchi con mano anche se nessuno sembra accorgersene, quasi fosse scontato un amore così!
Seduta al tavolo, durante il ricevimento, una persona a me molto cara, molto più grande di me, con la passione del ballo, mi ha invitata appunto, a ballare. Più che un invito è stata una insistente richiesta alla quale non ho potuto e saputo rifiutare.
Che c’è di male? Niente! Anzi, tutto di bene, visto che non sono pratica di liscio, valzer e tango e quindi era un’esperienza decisamente interessante!
Il valzer. I primi passi sono stati imbarazzanti. Il mio maestro mi ha dato pochissimi elementi: “ascolta la musica e lasciati portare”.
Ho cominciato a muovere i primi passi, neanche troppo goffamente, e sentivo la sua mano sulla schiena sempre più decisa a dirigere il mio corpo.
A un certo punto, mi ha detto:”vai bene ma sei troppo rigida, lasciati andare, chiudi gli occhi”.
L’esperienza della rigidità è incredibile. Mi ha sconvolto. Mi sono percepita di marmo in alcune parti del corpo. L’ascolto di me, del mio imbarazzo, mi ha aperto alla consapevolezza.
È stato lì che ho capito. La musica mi doveva entrare dentro, l’amore per la musica mi doveva portare. Non era la mente che doveva muovere i miei piedi, non erano le coordinate che dovevano orientarmi, era la musica ascoltata e respirata che doveva disinvoltamente muovermi. E non era una questione di ritmo, era solo una questione di amore.
Quando ho cominciato a lasciarmi andare, a respirare la musica, la mano dell’amico si è fatta leggera, da non sentirla più e il nostro movimento è diventato fluido e unito fino a farmi fare un’esperienza vera e propria di preghiera danzante.
Mi è sembrato in pochi minuti di rivedere tutti i miei ultimi anni col Signore, la mia esperienza di preghiera.
Sentirmi invitata, insistentemente invitata, aver voglia di provare ma essere consapevole dei limiti personali. Cominciare a muovere i primi passi, sentirmi bloccata, avere paura e intanto percepire, decisa, una mano che sostituiva la mia incertezza, che mi muoveva, che mi orientava, mi rassicurava e mi incoraggiava. E poi, acquisita un pò di sicurezza, finalmente l’esperienza di mollare la paura e annullare il pudore di fronte a chi mi stava accanto e vivere così il miracolo di muovermi con il cuore.
Cos’è che rende possibile il passaggio tra la preghiera tecnica e la preghiera del cuore? La fiducia. La fiducia ricevuta e donata. L’amore che ti fa mettere la tua vita e la tua reputazione nelle mani di un Altro. E quando accade questo non ti importa più di quello che vedono gli altri, di chi non capisce, di chi grida allo scandalo, di chi si allontana, di chi non regge il tuo cambiamento, ti importa solo del fatto che sei in un Abbraccio mai provato prima, l’abbraccio dell’Amore.
L’esperienza di abbandono mi è valsa l’abbraccio del maestro e di chi era intorno che si è goduto il nostro divertirci.
Perché gode chi balla ma anche chi assiste quando l’esperienza di amore è vera!
Quando sei libero, sei felice e qualcuno intorno se ne accorge sempre e inevitabilmente gli viene voglia di ballare! E la pista si riempie!
Dopo il valzer è arrivato il momento del tango. Un ballo per cui ho sempre avuto un’attrazione particolare. Le musiche di Astor Piazzolla mi hanno accompagnata per anni mentre facevo danzare il pennello sulle mie tele più personali.
In pochi momenti mi era chiesto uno scatto in avanti, praticamente senza preparazione.
-Ma le regole sono sempre le stesse-mi diceva il maestro. “È sempre la musica che ti porta, sempre l’amore che conduce, sempre la gioia che ti afferra!”
-Non aver paura- ha insistito. Ma il tango era veramente troppo per una che muoveva i primi passi.
E ho capito un’altra cosa grazie a un amico, qualche giorno fa.
Che occorre cautela e non avere fretta di fronte ai passi difficili.
Come con la preghiera. Faccio esperienza che non basta l’entusiasmo e la volontà perché più ti addentri e più la salita diventa ripida. Se ti butti troppo in fretta rischi di bruciarti, rischi di fare esperienze che non hai gli strumenti per comprendere e questo può causare un arresto brusco e può causare il panico.
Proprio quando i passi si fanno complicati in effetti il rischio di irrigidirsi è altissimo e anche l’istinto di non ballare più.
Quello che aiuta è riportare subito l’orecchio alla musica e chiedere aiuto, perché da soli non si diventa ballerini.
L’aiuto del maestro diventa fondamentale.
Il rischio di fare cento passi indietro ad ogni passo avanti altrimenti è inevitabile.
È il ballo della fede.
Più diventa vera la fede più fa paura a chi non è ancora disposto a perdere la propria vita.
Perdere la propria vita significa semplicemente mischiare la propria vita con il Maestro non riconoscendo più se stessi ma vivendo l’unità profonda con Lui.
La paura di non essere all’altezza dell’amore di Dio è l’insidia più grande per chi si addentra nel ballo della fede.
La paura non ti lascia fidare di te, di chi ti sta intorno e di conseguenza di un Dio che ha preparato per te una strada particolare. La paura non ti lascia fidare della strada.
Il tango per chi è principiante può essere una lotta vera e propria.
Alla fine mi sono fidata e ho danzato ma, tra blocchi e riprese, ho fatto esperienza di una cosa: “il ballo riesce solo se si vive l’unità col Maestro e l’unità è possibile solo se entrambi percepiscono di essere in un Abbraccio che dona la vita”.
M. Céline C.
Nata in un piccolo paese, si trasferisce in diverse città d’Italia per studio e per lavoro. Da sempre amante dell’arte e della poesia. Moglie, madre, lavora in tutt’altro ambito ma prepotentemente la passione per la scrittura ogni tanto si riappropria di uno spazio importante. M.Céline C. ha un’autentica passione per le relazioni umane. Fondamentalmente disobbediente, diretta, schietta. I suoi brani mostrano sempre quella “sicura insicurezza” che da sempre sperimenta nella vita.