30 dicembre – Pausa
Un attimo di pausa. Finalmente ferma. Mi siedo sul bordo del letto e lascio passare i pensieri sulla stanchezza, su quello che c’è da fare e da non fare. Lascio passare i pensieri su quello che manca, che è perso, che è passato, che non sarà. Ho imparato a non scacciare i pensieri molesti: tornano più forti di prima. Inutile comprimerli: prendono forza. L’unica cosa è lasciarli venire a galla a sfogare la loro rabbia. A un certo punto si placano e viene fuori tutto quello che rimane. Che è tantissimo e mi piace pure. Come la parte più buona della crostata (che è il bordo secondo me) e che si mangia alla fine e sembra la parte meno bella della crostata ma è quella che regge tutto. Ecco mi sento così in questi momenti di pausa. Mi sento così viva! Mi sento il bordo che regge la bellezza, la bontà, della mia vita e quello che è triste o stanco schiuma via. Come certi cibi che schiumano mentre bollono. La schiuma è tanta ma non serve e appena la butti nel lavandino si riduce a niente. Che bello riposarsi. Che bello anche solo per pochi minuti.
Paci è sposata con René, un uomo che la trascura. Ha una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Si mantiene facendo pulizie
Tratto da Avvenire
“In tre mesi” è il nome della rubrica di prima pagina che Avvenire mi ha affidato per i mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2017. I brani che verranno pubblicati ogni giorno, per appunto “In tre mesi”, sono tratti da Il diario di Paci, l’esercizio poetico dal quale poi è nato il romanzo Una giornata di Susanna, Cooper. Il brano originario del pezzo pubblicato oggi si può trovare qui.