Sabato 30 dicembre – Mauro Leonardi

Commento al vangelo (Lc 2,36-40) di sabato 30 dicembre 2017, ferie dopo natale, di Mauro Leonardi

[Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore.] C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Lc 2,36-40

La rivelazione di Dio all’umanità avviene sempre in una complementarietà armonica tra maternità che accoglie e mascolinità che rende operante quest’attesa: così è l’aspetto della Trinità che dona e riceve eternamente lo stesso amore in Tre Persone della medesima sostanza e in questa compiutezza e fecondità d’amore è adempiuta anche ogni legge divina ed umana.