
MIO Anno II nn. 51-52/ DON MAURO LEONARDI PARLA CON I LETTORI – Avere un figlio non è un gioco
Mauro Leonardi (Como, 1959) è stato ordinato sacerdote dal 29 maggio 1988. Vive a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su diverse riviste e quotidiani. Il suo blog è Come Gesù
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Caro don Mauro,
per caso sulla mia bacheca Facebook ho vista postata una pubblicità di bambole simili a bambini veri che dovrebbero aiutare le coppie che non possono avere figli o quelle che hanno perso un neonato a lenire un’assenza e a elaborare il lutto. Io ho trovato il tutto inquietante . Lei che ne pensa? Sono diventato insensibile? (Roberto, Chieti)
Caro Roberto,
mi trovi assolutamente d’accordo e non penso affatto che tu sia diventato insensibile. Io credo che queste bambole siano davvero per lo meno inquietanti (o forse anche peggio) e che aggravino le sofferenze che dicono di voler guarire. Per l’uomo la cosa fondamentale è la verità, vivere nella verità. Quando i farisei portano una moneta nel tempio per chiedere a Gesù se fosse lecito o meno pagare il tributo a Cesare, Gesù non solo svela l’inganno, ma dice di più. Dice che l’uomo non è tutto contenuto in un volto impresso su un pezzo di metallo perché quella è solo un’effige: l’uomo sta solo nell’uomo vivo, nell’uomo vero. Di carne e ossa. E quell’uomo Gesù vuole e ama interamente: Lui lo vuole tutto per amarlo e salvarlo tanto da aver assunto l’umanità totalmente e veramente in sé. Quindi avere un figlio non è un gioco, non è una bambola. È un atto d’amore. E se siamo colpiti dall’infertilità o da un lutto, sono le verità di queste terribili sofferenze a dover essere elaborate. E ciò non si ottiene prendendo in braccio un bimbo quasi vero. L’amore è o non è. È sì o no. Non può vivere nella finzione, non può vivere in un gioco non può vivere in una bambola pur se molto somigliante alla realtà.