Domenica 24 dicembre – Mauro Leonardi

Commento al vangelo di domenica 24 dicembre 2017, IV domenica di Avvento

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. (Lc 1,26-38)

Nelle parole dell’angelo a Maria intravvediamo un ossimoro che rivela la grandezza della Madre di Cristo: da una parte è piena di grazia e dunque toccata da un privilegio assoluto, dall’altra tale grazia la colloca in una situazione di solitudine che solo Dio attraverso lo Spirito può colmare. Allora Maria è colei che è unica perché solo Lei fa tutta sé stessa con Dio, tesse tutta la sua vita secondo le trame e i fili che Dio le dà: Ella concepisce Dio, prima che nel grembo, nel cuore e nella mente custodendo nell’intimità della propria anima ciò che le viene rivelato.