Blog / Il Vangelo degli amici | 09 Dicembre 2017

Sabato 9 novembre – Eliseo Del Deserto

Pubblichiamo il commento al Vangelo (Mt 9,35-38 – 10,1.6-8) di Eliseo del Deserto, un lettore del blog. Chiunque può mandare i suoi brevi commenti, audio o scritti, a [email protected]

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“Sono pochi gli operai”

La situazione è deprimente. Ammiro le persone che come me ancora vanno a Messa la domenica. Le liturgie sono sempre più sciatte, i sacerdoti arrancano, i canti sono stonati, le assemblee assopite.
Ci sono alcune isole felici, rarissime, parrocchie benedette da un sacerdote comunicativo, dove la gente che può si catapulta, vedi giovani seduti fino al soffitto, corali “wow” e addirittura si ride.

“Sono pochi gli operai”

È un errore pensare che per essere operai dobbiamo diventare preti. La messe è troppa! È necessario andare nelle periferie a partire da quelle della propria esistenza. C’è una periferia che attraversi quotidianamente: lì devi portare l’amore che hai sperimentato.
Non possiamo aspettare di diventare perfetti. Io avrei voluto “guarire” dalla mia omosessualità per testimoniarlo dai pulpiti di mezzo mondo, ma questa guarigione non arrivava mai, eppure mi sentivo amato da Dio e sentivo nel mio cuore il desiderio di far conoscere questo Amore a chi nella mia situazione si sentiva emarginato. Ho aperto un blog: ho sentito l’urgenza di testimoniare che Dio mi ama così come sono. Ha funzionato!

“Rivolgetevi alle pecore perdute… Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi”

Desidero ancora incontrare tanti cuori, soprattutto quelli di coloro che si sono allontanati dalla Chiesa perché pensano per loro non ci sia posto. Vorrei una chiesa di zoppi, infermi, lebbrosi che proclamano la gioia di sentirsi scelti e amati da Dio.

Abbi pietà Signore
di me abbi pietà.
Sono sfinito
guardami.

L’infermità del mio cuore
guarisci, fai risorgere
la mia carne
ristorami.

In pascoli erbosi
ad acque tranquille
sulle tue spalle
conducimi.

Dal giudizio guariscimi,
dal perfezionismo purificami,
dall’integralismo esorcizzami,
dall’indifferenza risuscitami.

Nella desolazione consolami,
nella tua casa accoglimi,
dei tuoi figli circondami,
nella tua messe mandami.