Blog / In tre mesi | 24 Novembre 2017

24 novembre – Ferro da stiro

Stella mi dice che succede di smettere di amarsi. Per me, Paci, è come quando smetti di stirare. Tiri la spina e il ferro si spegne e si raffredda poco a poco. Non lo so Stella. Non lo so Stella, perché io sono povera, non ho nulla, e le cose che ho le devo tenere da conto. Io, anche le cose che hanno smesso di funzionare, io, anche quelle, hanno bisogno di cura, di attenzione, se no si rovinano e ormai, qui in Italia, quelli che aggiustano non li trovi più. Io è da un po’ che mi sono spenta per René: però io continuo a proteggerlo, a rimanere, a continuare. Cioè si è spenta la lucetta del ferro da stiro ma non è che butto il ferro. Arrotolo il filo e poi lo metto dritto il ferro per non far uscire l’acqua dentro. Poi vado al lavandino, lo smonto e tolgo il calcare che tappa i buchi se no poi quando lo riaccendo – se si riaccende – il vapore non esce più. Se no succede che sistemo la camicia sull’asse, prendo il ferro ma non è pronto e allora esce tutta l’acqua. Acqua dai buchi insieme alle scagliette di calcare. Un disastro, non serve a niente, anzi fa danni, bagna tutto.
Paci è sposata con René, un uomo che la trascura. Ha una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Si mantiene facendo pulizie

Tratto da Avvenire

“In tre mesi” è il nome della rubrica di prima pagina che Avvenire mi ha affidato per i mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2017. I brani che verranno pubblicati ogni giorno, per appunto “In tre mesi”, sono tratti da Il diario di Paci, l’esercizio poetico dal quale poi è nato il romanzo Una giornata di Susanna, Cooper. Il brano originario del pezzo pubblicato oggi si può trovare qui.