METRO – Il brutto, ma anche il bello, del mondo
Se mia figlia volesse fare l’attrice non sarei contento: così mi ha detto un papà commentando le notizie sul conto di Fausto Brizzi. Premetteva che è giusto che le figlie facciano le loro scelte, e che però, però, bisogna metterle in guardia. Il mondo dello spettacolo è tanto luccicante quanto torbido. Devi essere forte per non scendere a compromessi e io, proseguiva, a lei certi valori li ho trasmessi, di lei non ho paura, ma mi fanno paura gli altri. Se proprio dovesse insistere le pagherei anche gli studi migliori ma la notte non dormirei certo sonni tranquilli. Non so, ho replicato titubante. Io quando sento certe cose mi dico sempre di essere cauto nei giudizi. Di uno come Gigi Sabani si dissero cose simili, c’è pure morto, e poi era innocente. Comunque a mia figlia non parlerei solo delle mie paure. Le direi i rischi, certo. E anche senza eufemismi. Ma non le nasconderei che anche la vita “normale” non è semplice. Poi, visto che il punto veramente decisivo è mantenere caldo e bello il rapporto con lei, le racconterei anche dell’incanto che il teatro e il cinema possono generare, dei valori che possono veicolare, della coesione sociale che possono creare. Non le nasconderei che nell’antichità il teatro era qualcosa di sacro e le direi che il protagonista di quell’evento si sentiva giustamente lo strumento di una catarsi che sorreggeva tutto il suo mondo.
Tratto da Metro