8 novembre – Le bugie
Le bugie sono brutte e si riconoscono, vero, mamma? Marta è scesa dallo scivolo ed è venuta da me. Mentre mi dava la molletta dei capelli che le cade sempre, mi ha chiesto questo. Sarebbe bello se tutte le bugie fossero brutte, Marta: le riconosceremmo subito. Sarebbe bello se brutto e bello, cattivo e buono, fossero proprio così. Netti, chiari, uno di qua e uno di là. Ma non è così. Sono come mischiati. Dire bugie è brutto, Marta. Ma non tutte le bugie sono brutte. Alcune sono buone, sono come una carezza. Tu le dici le bugie, mamma? Amo Marta. Non gliene frega niente di cosa ordina la morale. No. Lei ti dice: E tu? Tu, che fai? Tu, che dici? Tu, chi sei? Sì, Marta, mamma qualche volta ha detto le bugie, le dice. È rimasta zitta, a guardarmi. E poi si è appoggiata al mio ginocchio. Brava Marta. Serena. Sono io. Sei tu. Non conta altro. Così si fa. Quando vuoi capirci qualcosa della vita, delle persone, delle situazioni, della realtà, di quello che ti accade. Quando vuoi capirci qualcosa. Togli l’audio. Non parlare più. Non ascoltare più. Togli l’audio. E guarda. E tocca.
Paci è sposata con René, un uomo che la trascura. Ha una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Si mantiene facendo pulizie
Tratto da Avvenire
“In tre mesi” è il nome della rubrica di prima pagina che Avvenire mi ha affidato per i mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2017. I brani che verranno pubblicati ogni giorno, per appunto “In tre mesi”, sono tratti da Il diario di Paci, l’esercizio poetico dal quale poi è nato il romanzo Una giornata di Susanna, Cooper. Il brano originario del pezzo pubblicato oggi si può trovare qui.