1 novembre – Quando saremo in cielo
Quando saremo in cielo, René, perché io spero, voglio, che tu e io in cielo ci andiamo, tutti e due, quando saremo in cielo ci sono cose che ti dovrò dire. Sono rimasta con te perché sei mio marito. Perché sei mio marito. Ma, te lo confesso, sono contenta che in cielo non ci saranno né mogli né mariti perché vorrei che tu mi cercassi, anche solo una volta, per parlare con me, per stare con me in silenzio ma senza volere nulla. Ma senza avere diritto a nulla. Né moglie né marito. Io e te. Per vedere chi sono io per te. Solo vederlo. Una volta. Quando saremo in cielo, marito mio, ci sono parole che te le dirò. Quando saremo in cielo sarà come qui ma senza le paure, le colpe, le mancanze, le distanze, le attese. Noi, qui, quando ci parliamo, ci sono anche tutte le parole non dette, e sono lì, proprio in mezzo alla faccia. Ci sono tutte le promesse che ci siamo fatti e che non abbiamo mantenuto. In cielo invece no. La nostra bocca non sarà come qui: un po’ aperta e un po’ chiusa. Sarà una bocca solo aperta. Pronta a baciare e a farsi baciare.
Paci è sposata con René, un uomo che la trascura. Ha una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Si mantiene facendo pulizie
Tratto da Avvenire
“In tre mesi” è il nome della rubrica di prima pagina che Avvenire mi ha affidato per i mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2017. I brani che verranno pubblicati ogni giorno, per appunto “In tre mesi”, sono tratti da Il diario di Paci, l’esercizio poetico dal quale poi è nato il romanzo Una giornata di Susanna, Cooper. Il brano originario del pezzo pubblicato oggi si può trovare qui.