Blog / In tre mesi | 17 Ottobre 2017

17 ottobre – La strada che dici tu

Oggi, René, ho fatto la strada che hai detto. Io avevo la mia solita strada in testa ma non mi è sembrato vero che dal corridoio mi dicevi di fare un’altra strada. Ho detto grazie e me la sono fatta rispiegare così continuavamo a parlare ancora un po’. Poi ho fatto la strada che dici tu: secondo me è più lunga e a quell’ora un po’ solitaria ma io l’ho fatta perché l’hai detto tu, solo per quello. È qualcosa: una piccola cosa fatta insieme, diciamo. Pure se ero sola. Io lo so che l’amore è un’altra cosa. E anche il matrimonio – forse – è un’altra cosa. Ma l’altra cosa io non ce l’ho. E allora mi prendo le cose che ho. E se sono buone me le prendo pure se sono piccole. René puoi guardarmi mentre parliamo? Per parlare ci vogliono gli occhi. Alza la testa dal cellulare René. Io l’ho capito che mi vorresti diversa. E siccome non c’è, mi usi. Sì René: se una persona non la ami, la usi. Anche se fai cose lecite, cose nei limiti, senza amore ci si usa. Non è amore vero. È per quello che io soffro con te. Ho tutto ma non mi ami. E così non ho nulla anche se però qualcosa c’è. Paci è sposata con René, un uomo che la trascura. Ha una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Si mantiene facendo pulizie

Tratto da Avvenire

“In tre mesi” è il nome della rubrica di prima pagina che Avvenire mi ha affidato per i mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2017. I brani che verranno pubblicati ogni giorno, per appunto “In tre mesi”, sono tratti da Il diario di Paci, l’esercizio poetico dal quale poi è nato il romanzo Una giornata di Susanna, Cooper. Il brano originario del pezzo pubblicato oggi si può trovare qui.