Blog / Inediti del blog | 10 Ottobre 2017

Loretta Conte – La vera storia di un uccellino umanizzato ed amante della libertà (storia per bambini)

Maria aveva in una gabbia due uccellini molto belli, era una splendida coppia di diamantini. La coppia ebbe otto uccellini che dopo essere stati allevati, furono ospitati presso alcune famiglie. I due uccellini genitori restarono soli, ma continuarono ad alimentarsi ed a lavarsi nella loro vaschetta. Questa era la loro vita, sempre uguale ogni giorno, per tre lunghi anni. I due diamantini non fecero più  figli perché si decise di non mettere più il nido nella loro gabbia. Il diamantino maschio era stato bravo nell’educare e crescere i suoi figlioletti, ma non era contento di fare sempre la stessa vita. Il suo canto era sempre più lento e malinconico. Si adagiava in fondo alla gabbia, si gonfiava e sonnecchiava; il diamantino non era più felice. In fondo alla gabbia non cantava quasi più, ma ascoltava volentieri la voce dei bimbi che nella stanza raccontavano le avventure fantasiose dei loro eroi: come Batman, Ancar e le lunghe battaglie dei cavalieri armati che difendevano dal nemico le persone più deboli. L’uccellino in silenzio, ascoltava e sospirava. Maria pensò: “forse il diamantino è malato? Forse desidera avere la libertà per rendersi ancora utile?”. Passarono i giorni, i mesi e arrivò l’estate. Ogni giorno Maria si avvicinava per salutare i suoi uccellini e chiedeva al diamantino come stava. L’uccellino rispondeva dalla gabbia alla voce di Maria e le parlava, le raccontava a modo suo tutti i suoi sogni: “Wi wi wi, wi wi”. Sognava di trovarsi in un giardino fiorito con un bel laghetto e d’incontrare tanti suoi amici uccellini che correvano felici, intorno alle aiuole  cinguettando con gioia. Maria le rispondeva che presto sarebbero venuti i giorni delle vacanze e insieme ai suoi padroncini avrebbe potuto godere l’aria del giardino. Passò ancora un mese, l’uccellino, nell’angolino della gabbia, sentiva arrivare i bimbi dalla scuola stanchi ma felici che si svestivano del grembiule e dopo aver lavato le mani andavano  a pranzare nel soggiorno. L’uccellino li aspettava con gioia perché era felice di ascoltare le voci dei bimbi che raccontavano ai nonni quello che succedeva a scuola e di sentire le letture sui libri scolastici e i loro giochi. L’uccellino era contento quando vedeva i bambini e dialogava con loro cinguettando:”Wi, wi ,wi ,wi”. Finalmente arrivò il giorno dell’inizio delle vacanze scolastiche e i nonni con i bambini si prepararono per partire e trasferirsi in un’isoletta del  mare Mediterraneo. Le valigie erano pronte e i bambini portarono la gabbia con i due diamantini adagiandola sul sediolino anteriore dell’auto. I nonni con i bambini arrivarono a destinazione e lasciarono sotto un olmo la gabbia con i diamantini. Gli uccellini erano entrambi felici e il diamantino maschio era contento quando vedeva che i bambini si tiravano la palla: il diamantino cinguettava sempre con il suo  gioioso: “WI wi WI”. Maria si chiedeva spesso se questi uccellini vivendo con  loro non si  fossero un poco umanizzati, perché li rispondevano quando li vedevano, facendo festa con i loro cinguettii. Durante il mese di Agosto, i bambini per un breve periodo andarono in vacanza con gli altri nonni che erano in montagna; il diamantino maschio si immalinconì perché non sentiva più le voci allegre dei bambini e si adagiò di nuovo, in fondo alla gabbia sonnecchiando e sognando. Un giorno, Maria trovò che la gabbia era stata rovesciata dal tavolo a terra con il cancelletto aperto, si avvicinò e vide nei pressi della gabbia la diamantina femmina che era spaventata ma che rientrò docilmente nella gabbia. Maria richiuse la gabbia, mise nelle vaschette il cibo e l’acqua, ripose sul tavolo fuori dalla gabbia un’altra vaschetta di cibo e acqua: “Avrà pure fame e sete l’altro uccellino che non vedo – pensò Maria – qui ritornerà e gli chiederò se vuole rientrare nella gabbia.” Dopo qualche giorno, Maria trovò l’uccellino sull’albero di limone, nel campetto dove giocavano a pallone i bambini. Il diamantino era  adagiato  su di un ramo, nascosto tra le fronde e chiamava i suoi piccoli amici: “Wi, wi, wi”. Maria prese una scala, salì i gradini, vide l’uccellino, gli chiese se aveva fame e sete e gli disse: “Troverai sul tavolo una vaschetta di cibo e dell’acqua, presto i tuoi amici  torneranno”. Poco dopo il diamantino andò sul tavolo, mangiò, bevve, poi si mise seduto sul tetto della gabbia e salutò la sua compagna, Maria si avvicinò e gli chiese se voleva entrare nella gabbia. L’uccellino guardò Maria con uno sguardo profondo e malinconico poi volò e si appoggiò sulla balaustra del cancello. Guardò di nuovo Maria intensamente, che gli chiese di nuovo: “Vuoi restare con noi o andar via per sempre?” Il diamantino le rispose “Wi, Wi, Wi” e a Maria parve intuire il suo pensiero: “Sono stato molto tempo chiuso nella gabbia -cinguettò di nuovo – “wi wi” – Mosse la testa avanti e indietro, salutò Maria e volò via per sempre. Aveva assaporato la libertà e sull’albero c’erano altri uccellini che lo aspettavano. Tutti insieme fecero un girotondo nel cielo e andarono via  cinguettando: “Wi,Wi,Wi,Wi Wiii”. Maria con gli occhi un poco tristi seguì la scia disegnata degli uccellini finché questi  scomparvero all’orizzonte. La diamantina femmina non è rimasta sola, ma è stata trasferita nella gabbia dove già vivevano quattro dei suoi figli, i quali l’hanno accolta con grande affetto.

Loretta Conte