METRO – La mia medaglia per i prof
Dopo la pausa estiva ricomincia oggi la rubrica settimanale di Metro
Suona la prima campanella e io batto le mani agli insegnanti. Ne conosco tanti, impiegati nelle periferie del belpaese, a cui andrebbe appuntata sul petto una medaglia fin da ora. Gente che tenta di educare davvero mentre evita denunce dei genitori e rampogne di chi dice che sono degli scansafatiche. Chiamati a far scuola a ragazzi di razze e religioni diversissime, sfidano la morte perché rischiano di essere sbranati dalla retorica di chi pretende superdocenti che non devono annoiare gli studenti in una scuola dove, non di rado, manca anche la carta igienica. Nella società del clicca e ottieni, devono costantemente andare controcorrente insegnando la necessità dell’attesa frustrante. Che nella vita ci sono cose come il sapere che si acquistano a prezzo di fatica, e che non sempre tutto è bello, tutto ha a che fare col “senso della vita”, né, tanto meno, con il quotidiano di un ragazzino che non vuole litigare col periodo ipotetico visto che farà il parrucchiere ed è già tanto se balbetta l’italiano. E, recente novità, senza poter bocciare. Standing ovation ai prof.