
Cartoline da Ischia – Omosessualità e mito. “Anche Tu?”
Dopo aver dedicato la prima cartolina della serie “Omosessualità e mito”, propongo questa seconda cartolina, non prima, però, di aver ammirato sotto il titolo, una splendida immagine dell’Isola di Arturo (Procida), autentico gioiello del Golfo di Napoli che vi invito a visitare prima che termini questa calda estate.
Argomento di oggi è niente poco di meno che: ”l’omosessualità di Gesù”, ultima follia pseudo-esegetica dei Vangeli. Devo dire che anche su questo Blog hanno trovato ospitalità numerosi commenti che, seppure non esplicitamente a favore della tesi che Gesù fosse un sodomita, hanno lasciato intendere che la sua presunta omofilia non sia poi, in fondo in fondo, una tesi peregrina. E su cosa si puntella siffatta roboante e pruriginosa teoria, invero schiettamente proposta altrove? Sulla interpretazione surrettizia di alcune perìcopi e su talune inferenze, dalle arbitrarie e tendenziose premesse, che nei vangeli non trovano affatto ospitalità, come si dirà!
Ma veniamo subito alla questione non senza aver precisato che il termine sodomita, che qui si userà, non individua esclusivamente colui che indulge nel coito anale, ma per esteso, ogni impegno sessuale: ad eccezione del coito vaginale. Dunque il termine “sodomia”, derivato dal nome della biblica città di Sodoma, include oltre al coito anale (etero/omosessuale), anche le variegate pratiche del sesso orale (etero/omosessuale) e le fantasiose quanto molteplici prassi masturbatorie. In altri termini, ciò che i latini indicavano con la locuzione: ” in vase indebito”.
Per cominciare mi rifarò di seguito, ad alcune perìcopi galeotte: autentici “coup de théâtre” di una certa “esegesi alternativa”, calate sul tavolo da gioco con tale naturalezza da far accapponare la pelle.
1) Gv. 19,25-27. Gesù sul patibolo indica il giovane apostolo Giovanni, come colui che dovrà prendersi cura di sua madre e tanto è bastato al pastore anglicano Paul Oestreicher per assumere, in piena certezza, la predilezione omosessuale di Gesù verso il giovane apostolo. Ovviamente il rimando iconografico “infallibile” a supporto della tesi, è l’esausto riferimento al soggetto pittorico de :”l’Ultima cena” dove Giovanni, giovane e androgino, viene raffigurato, sovente, in atteggiamento affettuoso nei confronti del Maestro. Vi invito a visionare anche in rete, l’opera di Valentine de Boulogne, pittore francese del XVII secolo e caravaggesco tra i più raffinati. Nella sua “Ultima cena” l’artista transalpino raffigura il giovane apostolo Giovanni, che, pensieroso e con sguardo perso, si protende in avanti sulle ginocchia di un Gesù benedicente. A cosa pensa il giovanotto? perché si struscia lascivo sul Maestro? come mai quello sguardo perso e licenzioso? ….. avrà pensato il pastore anglicano
2) Mt.8,5-13. Entrato in Cafarnao, Gesù viene raggiunto dal centurione implorante perché il suo servo soffriva terribilmente. Ammirato dell’eloquio del centurione, Gesù guarisce all’istante il servo. Bene, questa perìcope, insieme ad altre, è da sempre il testo base a sostegno della universalità del cristianesimo, che si apre alle “genti d’oriente e di occidente”. Anzi, precisa Gesù, saranno proprio i “figli del Regno” ad essere cacciati fuori, nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti. Eppure NO! Secondo taluni non è questo il senso ermeneutico della perìcope, che invece, ha il proprio perno interpretativo, nella alternativa traduzione della parola “pais”, usata nella citata pericope in greco, per indicare il servo sofferente. Il termine “pais”, è noto, designa il giovane, il fanciullo, donde il termine “paideia” con il significato di educazione. Ora, la nuova versione, riveduta e corretta alla luce delle tendenze omosex, vorrebbe il termine pais, qui utilizzato, non come generica indicazione di un giovane servo, ma, invece, come l’amore provato nei confronti del ragazzo da parte del centurione che, declinato come “paiderasteuein”, farebbe del ruvido soldato romano un pederasta d’altri tempi.
3) Mc.14,51-52. Siamo all’acme della tensione; Gesù è nell’Orto degli Ulivi ed è in procinto di essere arrestato; la soldataglia ansimante lo afferra; i discepoli dopo aver tentato una diafana resistenza sono in rotta. Un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, è afferrato ma, lasciato cadere il lenzuolo, fugge via nudo. Chi è questo giovincello? perché era coperto da un leggero lenzuolo? perché era con Gesù pur non essendo del consesso apostolico? Una manna, questa fugace apparizione di un possibile eromenòs (amato) che, colto dalla feroce teppaglia armata sul più bello di un connubio omosessuale, fugge impaurito. E chi era l’erastés (l’amante): Pietro? Giacomo il Maggiore? Giuda? o Gesù stesso? Tra le dottissime esegesi di questo brano, mi piace citare quella più “modernista” del celebre biblista francese Alfred Loisy, che vedeva nella scena del giovinetto fuggente, una invenzione per giustificare il riferimento ad un certo vaticinio del profeta Amos. Mai avrebbe immaginato, il grande biblista d’oltralpe, pur massimo esponente del “modernismo” esegetico, che quel giovinetto era lì nell’orto, convenuto ad un erotico incontro omosessuale, magai di gruppo: altro che Amos e le sue profezie.
Veniamo ora al alcune fantasiose inferenze articolate su un semplice principio “scientifico”: quello del “tirare l’acqua al proprio mulino”, metodologia d’indagine, questa, semplice quanto disarmante.
4) Gesù e gli eunuchi. Vi è un passaggio in Mt. 19,10-12 ove Gesù spiegando ai discepoli dubbiosi sul matrimonio, testualmente dice: ”Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca. Secondo l’interpretazione della Jesus Metropolitan Community Church, il riferimento degli eunuchi nati così dal ventre materno, è agli omosessuali giacché le altre due tipologie, si riferiscono, rispettivamente, ai castrati e a coloro che hanno fatto voto di castità per guadagnare il regno dei Cieli. E secondo l’interpretazione del passo evangelico in questione data da Clemente Alessandrino, coloro che:“ fin dalla nascita hanno un’avversione fisica verso la donna (physikên apostrophên pròs gynaíka,) fanno bene a non sposarsi”. Per questa esegesi anglosassone, siamo al manifesto del primigenio riconoscimento della omofilia.
5) Gesù non era sposato. Anche sul nostro Blog si è sottolineato più volte come Gesù, a 33 anni, non fosse sposato e ciò sarebbe stato inammissibile al tempo per un Rabbi, in quanto trasgressione del comandamento divino della mitzvah che imponeva di essere fruttuosi e di moltiplicarsi. Dunque, se Gesù era celibe, è fuor di dubbio che fosse discriminato come sodomita: questa la fatale conclusione! Orbene, il celibato di Gesù creduto dalle chiese cattolica ed ortodossa, si basa sul fatto che i vangeli non fanno menzione alcuna di una sposa del Messia. Inoltre, sono numerosi gli storici che ritengono piuttosto “normale” il celibato tra i rabbi del giudaismo del tempo di Gesù. D’altro canto Giovanni Battista e Paolo di Tarso sono mastodontici esempi di rabbi celibi.
6) Gesù e le donne. Infine, si sostiene l’omofilia di Gesù perché si accompagnava solo con uomini, mentre le donne erano ai margini della sua vita pubblica. Ricordiamo brevemente, qui, che al tempo di Gesù era vietato per le donne parlare con altre persone o fare capannello con altre donne per strada. Anzi, solo in alcune feste come quella dei Tabernacoli e quella del Kippur, esse potevano circolare per strada senza remore. Inoltre, erano così in basso in grado nella società del tempo, che era finanche vietato farsi servire a tavola da una donna, restar soli con esse o camminare in pubblico al loro fianco. Eppure Gesù parla con una samaritana al pozzo di Giacobbe; interviene pubblicamente in favore dell’adultera fermando la mano dei lapidatori; consente ad una donna che gli asciughi i piedi con i propri capelli. Dice che a ciascun uomo spetta una sola donna! Ancora, la resurrezione è di fatto consegnata storicamente alle pie donne che di buon mattino, nel primo giorno della cristianità, si recano al sepolcro che trovano spalancato e vuoto. Eppure sono credute, quelle donne che valevano così poco da non poter testimoniare in processo, sono credute dicevo, dai grandi apostoli che si precipiteranno nell’antro sepolcrale ad ampie falcate. Insomma, Gesù opera la più grande rivoluzione femminista della storia eppure non basta. Per chi lo vuole sodomita, non avrebbe mosso un dito per il gentil sesso.
Veniamo alle conclusioni dopo questa disamina non esaustiva ma esemplificativa. Qui non si vuole dire che l’omosessualità non fosse praticata al tempo di Gesù o anche nei secoli precedenti. Anzi, un passaggio tratto dal libro di Rut (1,14-14) narra di un possibile amore saffico tra Noemi e Rut: ecco il passo testuale: “Allora Noemi le disse: ecco, tua cognata è tornata al suo popolo e ai suoi déi; torna indietro anche tu, come tua cognata». Ma Rut rispose: «Non insistere con me perché ti abbandoni e torni indietro senza di te; perché dove andrai tu andrò anch’io; dove ti fermerai mi fermerò… e il tuo Dio sarà il mio Dio”. La questione, entro certi limiti, non è nemmeno se gli apostoli o lo stesso Gesù, fossero o meno sodomiti. E’ tempo, a mio modesto avviso, che i credenti con voce tenorile, tuonino contro questo modo di discutere sui Vangeli. Per noi credenti, i Vangeli non sono una cronistoria di eventi più o meno acclarati da fonti attendibili. Non sono nemmeno un manifesto sociale, antropologico, politico o sindacale come taluni vorrebbero. Non sono un trattato di psicologia né un manifesto lobbistico. Non sono interpretabili secondo il mutare dei modelli di vita sicché, se in un prossimo futuro saranno sdoganati socialmente nuovi connubi di gruppo, del consesso apostolico faremo una bolgia orgiastica con Gesù a ritmare gli insaziabili amplessi (tanto qualche appiglio pruriginoso tra le righe si trova sempre).
Bisogna finirla di “tirare” Gesù per la giacca così come fa più comodo.
Basta per favore!
I vangeli per noi cattolici, sono creduti come “Parola di Dio”, “Verbo incarnato”, “Logos salvifico”. Ogni altra interpretazione è una eresia cristologica.
Link:
1) Gesù accettava l’omosessualità?
https://nicolasmicheletti.wordpress.com/gesu-accettava-lomosessualita/ ;
2) Gesù e gli omosessuali
http://digilander.libero.it/maximusmagnus/Gnosi/omosessuali.htm;
3) Gesù era omosessuale secondo la teoria di Paul Oesreicher http://www.aciclico.com/approfondimenti/gesu-era-omosessuale-secondo-la-teoria-di-paul-oestreicher.html;
4) Omosessualità in Grecia
https://it.wikipedia.org/wiki/Pederastia_greca;
5) Sul termine sodomia:
http://sodomia.org/;
https://it.wikipedia.org/wiki/Sodomia; http://www.treccani.it/vocabolario/sodomia/;
http://dizio.org/it/sodomia;
6) Sul celibato di Gesù:
http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/s2magazine/moduli/ultimora/uploads/allegati/cat_341/cerignolacopnfcelib.pdf;
http://www.famigliacristiana.it/blogpost/gesu-celibe-o-sposato.aspx;
7) Gesù e le donne:
http://www.idrmonreale.com/documenti/Ges%c3%b9%20e%20le%20donne%20nei%204%20vangeli.pdf;
http://www.donatocalabrese.it/jesus/donne.htm;
Salve, sono Ciro Di Sarno e vivo ad Ischia, una delle isole più belle al mondo. Venite a trovarmi e vi racconterò il resto della mia vita