Le Lettere di Alex – Sesso? Scelta? Natura? Si nasce o si diventa?
Alex è il nickname di una persona omosessuale che ha già scritto sul blog, prima di questo post il suo nickname era Sergio
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Alcuni punti interrogativi (e qualche risposta scientifica) sull’omosessualità
Credo che ogni persona che abbia sentito, in un momento della propria vita, l’attrazione verso lo stesso sesso, sia stata assalita da punti interrogativi più o meno complessi per il fatto di rendersi conto di appartenere ad una condizione “eccezionale”: ad una minoranza. Credo innanzitutto che si sia chiesta se questa sensazione sarebbe stata transitoria o duratura. Credo anche (e dico “credo”, perché le realtà e i vissuti sono sempre unici) che abbia sperimentato quest’attrazione non come una scelta, ma semmai come qualcosa che è emersa un po’ alla volta ed è maturata fino all’età adulta. Poi forse, con i primi batticuori, una delle domande cruciali ad un certo punto sarà stata non tanto “con chi mi piace andare a letto?”, ma semmai: “di chi mi innamoro?”
Per un motivo o per un altro, c’è chi diventa interessato a capirci qualcosa di più e se magari si imbatte nella realtà dei nostri variopinti e simpatici coinquilini terrestri, scopre che sono stati osservati individui esclusivamente od occasionalmente omosessuali in almeno 1500 specie animali. Esemplari che per tutta la vita hanno rapporti sessuali con altri esemplari dello stesso sesso, creando alleanze e sodalizi utili agli equilibri del clan. Ciò avviene anche quando vengono esposti alla possibilità di interagire con partner dell’altro sesso.
“Sono contento/a per gli animali, soprattutto perché in nessuna specie animale esistono sentimenti di rifiuto di questa realtà, ma nella specie umana sì, allora devo capire e far capire: perché provo queste cose? Perché “sono” così?” Ammesso che sia questa la soluzione al rifiuto e ai timori che sperimenti, scoprire che esistono differenze strutturali e funzionali tra i cervelli degli omosessuali e quelli degli eterosessuali potrebbe fugare qualche tuo punto interrogativo. In particolare, la regione frontale dell’ipotalamo (INAH3) dei maschi gay sarebbe in media significativamente più piccola di quella dei maschi eterosessuali.
“Ma quindi ci sono nato/a o ci sono diventato/a?” Studi sui gemelli hanno evidenziato una possibile componente genetica che determina l’omosessualità. Se hai un gemello identico, la probabilità che anche lui sia omosessuale è del 50%. Tra i gemelli dizigoti (non identici) è del 20%. Se hai semplicemente un fratello o una sorella, la probabilità che anche lui/lei lo sia è del 10%. La probabilità attesa nella popolazione generale è invece del 5% (cioè 350 milioni di persone sulla terra). La regione Xq28 del cromosoma X è stata oggetto di alcune controverse ricerche, ma pare che Dio abbia pensato che tanti sarebbero stati tentati dall’eugenetica e avrà forse nascosto e reso complessi i determinismi dell’omosessualità! I risultati sugli studi sui cromosomi infatti non sono ancora unanimi, ma sembrano comunque più convincenti per spiegare l’omosessualità maschile rispetto a quella femminile.
“E se invece fosse accaduto qualcosa nella mia infanzia?”. In realtà ci sono più indizi di eventi che riguardano la fase prenatale che di eventi che coinvolgano la relazione con madre e padre o compagni di giochi. Difatti, secondo un criterio ex juvantibus è possibile curare con successo, tramite la psicoterapia, disturbi come i traumi, disturbi sessuali o forme di ansia, depressione o abuso di sostanze direttamente collegate, ad esempio, all’ipercriticismo dei genitori o alla configurazione padre assente/madre ansiosa stabilitasi durante l’infanzia. Non è invece possibile (ed è vietato) “curare” l’omosessualità. Sebbene alcuni psicologi “dissidenti” rispetto al consenso internazionale credono che sia possibile vivere forme più o meno esclusive o felici di eterosessualità per alcuni pazienti che nel diritto all’autodeterminazione e per determinate ragioni desiderano reprimerla o tentare di “risolverla”. La maggior parte delle teorie sulle cause esclusivamente psicologiche e sulle “terapie” non ha trovato conferma nella ricerca attuale, in ambito italiano ed internazionale. Questo si spiega perché nel campo del comportamento c’è sempre un intreccio tra fattori decisivi di predisposizione organica (che nel caso della sessualità definisce aspetti della personalità non conformi al genere) ed eventi di vita (che orientano l’attivazione fisiologica e la sua trasformazione di questi, nel corso dello sviluppo psicosessuale, in attrazione erotica).
Ecco allora che altri indizi biologici assolvono mamma e papà e mandano a riposo gli psicoterapeuti. E’ stato osservato che l’ordine di nascita, ad esempio, influenza l’orientamento sessuale nei maschi: se sei secondo o terzo figlio e prima di te c’è stato qualche maschio, l’ipotesi corrente è che la formazione di anticorpi nell’utero, a seguito dell’esposizione del corpo materno al precedente feto maschile, abbia un influsso predisponente sul cervello del successivo feto maschile. Altre ricerche suggeriscono che il livello degli ormoni sessuali circolanti durante la vita fetale o altri fattori biologici influenzino i tratti mentali che determinano aspetti comportamentali di genere.
“Ok, ora che ho iniziato a capire perché madre natura mi ha voluto così, cosa ne faccio della mia vita?”. A questa domanda si aggiunge l’incomprensibile dilemma che questa pensosa persona omosessuale vede emergere quando sente dire da alcuni gruppi sociali che gli omosessuali sono nemici della famiglia e le loro unioni distruggono la famiglia tradizionale. Il nostro meditabondo individuo omosessuale sa certamente di dover passare da interrogativi sulla “causa efficiens” (“come” si determina l’orientamento omosessuale in natura) ad interrogativi sulla “causa finalis” (perché, a quale scopo compare l’orientamento omosessuale in natura, “qual è la sua funzione”). Ad uno sguardo superficiale pare che dal punto di vista sociale l’esistenza (e la sussistenza) di un comportamento non-riproduttivo sia “inutile”…
In effetti la natura favorisce i soggetti che si riproducono, ma la presenza degli omosessuali mette in crisi questo assunto darwiniano: se questo fosse il solo criterio di conservazione delle caratteristiche umane da parte della natura, gli omosessuali sarebbero dovuti scomparire da lungo tempo. Non potrebbero “sussistere”. Permettetemi, a proposito di questo “paradosso darwiniano”, una prima risposta attraverso dei versetti tra i più belli dell’intera Bibbia, Sapienza 11, 24-26: “Poiché tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure creata. Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l’avessi chiamata all’esistenza? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita”.
Ecco arrivare un’altra rincuorante risposta dall’antropologia sociale. La funzione familiare degli omosessuali risiede nella possibilità di fornire un apporto indiretto alla crescita dei discendenti dei loro parenti più stretti, soprattutto fratelli e sorelle (“allevamento cooperativo”). Questo tipo di “aiuto al nido” è stato studiato ed osservato in esemplari omosessuali di alcune specie di insetti sociali come le api e le termiti, in alcuni primati come le bertucce e i callitrichidi, i cani selvatici, le iene, i suricati e in una specie aviaria: la ghiandaia occidentale. In altre parole, gli omosessuali aiutano i loro parenti ad aumentare le probabilità che i geni di questi ultimi – ed in parte anche i propri geni – vengano trasmessi alle generazioni successive. Questo modello di allevamento cooperativo indiretto da parte di aiutanti non riproduttori nei confronti dei loro parenti pare abbia favorito lo sviluppo di comunità umane primitive garantendo la possibilità di fornire cibo e contribuendo con altre forme di sostegno alla vita dei soggetti riproduttori impegnati nell’allevamento diretto dei discendenti. Questo è possibile proprio in quanto gli aiutanti al nido non sono coinvolti in attività di accoppiamento riproduttivo. Gli omosessuali “baby sitter” e collaboratori concreti alle famiglie dei fratelli o dei cugini hanno dunque la funzione di aumentare il successo riproduttivo dei loro parenti, trasmettendo un beneficio genetico indiretto e migliorando le prospettive di sopravvivenza dei parenti stretti. Ciò è vero solo quando agiscono altruisticamente nei confronti dei nipoti. Un esempio clamoroso di allevamento cooperativo è stato quello di Gianni Versace, che ha lasciato il suo impero alla nipotina di undici anni.
In quest’ottica, gli omosessuali possono riscoprire un ruolo tutt’altro che inutile o distruttivo nella famiglia, come la propaganda integralista afferma a scopi di proselitismo politico e religioso! Hanno invece un ruolo di retroguardia, protezione e sostegno che si estende sia ai nipoti e sia ai genitori che invecchiano, potendo rappresentare i veri e propri pilastri della cellula familiare di origine. Improvvisamente il nostro gay in cerca di sé scopre che ognuno ha una funzione indispensabile per contribuire alla vita e che c’è molto posto per loro sul pianeta terra e nel cuore di Dio.
Se scorgerete in queste informazioni e nelle testimonianze di relazioni stabili di alcuni omosessuali la possibilità di una maturazione dottrinale in ambito cattolico, o al contrario i contorni più chiari di una condizione di peccato, ciò dipenderà dal vostro punto di vista. Non è mia intenzione suggerire né una cosa né l’altra. La dottrina cattolica la conosciamo tutti, le teorie sull’omosessualità di meno. La mia intenzione è creare ascolto e conoscenza, che hanno sempre un risvolto morale: restituire dignità e migliorare la comprensione e quindi il rispetto dei fenomeni umani che si prova a chiarire. Fugando l’aggressivo demone dell’ignoranza fatto di paure e preconcetti e stimolando le coscienze.
Per approfondimenti (oltre ai link inseriti nel testo):
Simon LeVay (2010), “Gay si nasce?” Raffaello Cortina editore – Milano, 2015.
Paolo Rigliano, Jimmy Ciliberto, Federico Ferrari (2012), “Curare i gay?” Raffaello Cortina editore – Milano.
Paolo Rigliano (a cura di, 2014), “Gesù e le persone omosessuali”. Edizioni “La Meridiana” – Molfetta (BA).
Beatrice Brogliato, Damiani Migliorini (2014), “L’amore omosessuale. Saggi di psicoanalisi, teologia e patorale. In dialogo per una nuova sintesi”. Cittadella editrice – Assisi.
Vittorio Lingiardi (2016), “Citizen gay. Affetti e diritti”. Il Saggiatore – Milano.
Video YouTube: puntata di “Cosmo” dal titolo “L’omosessualità secondo la scienza” (in tre parti).