Articoli / Blog | 15 Giugno 2017

MIO Anno II n. 24/ DON MAURO LEONARDI PARLA CON I LETTORI – La “dignità” dei mafiosi

Mauro Leonardi (Como 1959) è stato ordinato sacerdote dal 29 maggio 1988. Vive a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su diverse riviste e quotidiani. Il suo blog è Come Gesù. Il compenso di questa settimana va a una ragazza che non ha il papà e userà i soldi per comprare la divisa da cucina.

_________________________

Abito in Puglia, a Binetto, vicino a Grumo, dove l’anno scorso era stato vietato al parroco di celebrare una Messa di suffragio per il boss Rocco Sollecito, morto, cui doveva partecipare anche il figlio Franco. Quella durezza mi era sembrata insensata: dov’è la misericordia tanto decantata dal Papa? Adesso non si vuole far morire degnamente un povero vecchio come Totò Riina: dove andrà a finire la nostra umanità? (Franca, Binetto)

Cara signora, quando chi è malato o muore è un boss mafioso, un capo clan, quell’infermità non è più solo una questione privata, qualcosa tra quella persona, i suoi familiari e Dio. Diventa un fatto pubblico che riguarda l’intera società. Quindi è giusto che le autorità preposte a quella società possano decidere per il meglio. Il procuratore nazionale anti-mafia sostiene che ci sono le prove per dire che Riina è ancora il capo di Cosa Nostra, addirittura il pubblico ministero responsabile della condanna vive blindato in casa propria a causa delle minacce che Totò Riina gli ha lanciato contro dal carcere. Sono affermazioni gravi che non si dimostreranno vere a colpi di like ma secondo le istruttorie procedurali. Mi sembra evidente che una persona che potrebbe organizzare omicidi debba essere sottoposto al regime della sorveglianza carceraria. Se fossero ammazzate altre persone per colpa di Riina tu dormiresti sonni tranquilli? Io credo che non ci sia altra possibilità che fidarsi di chi fa il proprio dovere per capire come sia giusto o sbagliato comportarsi in queste situazioni così complicate.