Blog / Rassegna stampa | 29 Maggio 2017

FarodiRoma – Don Leonardi, prete felice. E un po’ “turiferario”. Quegli attacchi assurdi degli integralisti

Sono felice di essere prete da 29 anni: chi crede preghi per me e chi non crede mi mandi tanti pensieri felici. Io lo sono e, dopo 29 anni, non è poco.” Bastano queste semplicissime parole perché, in 24 ore, arrivino al video di un prete, su Facebook, 17 mila visualizzazioni, duemilaottocento like, 90 condivisioni e, soprattutto, 1900 commenti: non di una sola parola e di cortesia ma spesso lunghi centinaia di caratteri. Commenti che hanno come argomento la felicità del sacerdozio e della fedeltà.

Succede a don Mauro Leonardi che da tre/quattro giorni è sotto il fuoco “cattolico” di siti e quotidiani online per aver osato schierarsi con il mondo laico nello stigmatizzare le posizioni assunte da mons. Luigi Negri contro “i giovani senza vita sensata” uccisi da un kamikaze al Manchester Arena al termine del concerto di Ariana Grande.

“I giovani come i grandi – spiega don Mauro a FarodiRoma – cercano la felicità. Per questo l’unico vero modo per ‘attrarli’ è sempre lo stesso: essere testimoni felici. Lo diceva Paolo VI e l’ha vissuto Gesù. Lo dico pensando al Sinodo dell’anno prossimo sui giovani e sul discernimento vocazionale: gli apostoli e i parenti di Gesù, durante la novena di Pentecoste, non stavano nel cenacolo accanto a Maria grazie alle statistiche ma per la felicità che la Sua presenza promanava.”

Davvero non si è rattristato per gli attacchi di questi giorni? Se la sono presa con lei Riccardo Cascioli, Robi Ronza, Giulio Luporini, Giuliano Guzzo, Giorgio A. Crotti: senza contare gli attacchi su Twitter e Facebook.

“Se è per questo – ride Leonardi – dovrebbe aggiungere anche i messaggi di whatsapp e le telefonate: no, guardi, torniamo seri. I santi dicevano che l’unica tristezza che i cristiani possono ammettere è quella di peccare, ed avevano ragione. Semmai, sono stato un po’ sorpreso dagli amici de ilsussidiario.net che mi avevano espressamente cercato per chiedermi l’articolo su Negri che ha poi dato tanto fastidio, e il giorno dopo mi hanno fatto ‘rispondere’ da Luporini. Ma devo dire che capisco benissimo il difficile momento che sta attraversando Comunione e Liberazione e immagino cosa sia successo.”

Però gli insulti che le hanno riservato non sono proprio delicatissimi…

“Perché essere accomunato ad Andrea Tornielli come ‘turiferario’ di Papa Francesco secondo lei è un insulto? Per me è un onore: sia rispetto a a Bergoglio che rispetto a Tornielli. Poi, guardi, l’articolo di Negri esigeva assolutamente che qualcuno intervenisse. Non si può, in coscienza, lasciare che i laici credano che i cristiani siano veramente rappresentati dal giro di quei pochi ‘cattolici rumorosi’ che lei ha nominato. Le parole di Negri – ed uso un eufemismo – erano di un’amarezza e di una tristezza infinita. Quando il sussidiario.net mi aveva chiesto di scrivere, l’ho fatto volentieri perché ho potuto dar voce a quanto chiedeva la mia coscienza di sacerdote. Che poi i like siano tantissimi è una conseguenza non voluta e non cercata: è semplicemente il Signore che attira”.

Tratto da FaroDiRoma