Le Lettere di Renato Pierri – Spesso siamo cattivi in buona fede. Cattivi a nostra insaputa
Trascrivo dal blog “Come Gesù” del prete e scrittore Mauro Leonardi: «Poiché sul blog intervengono persone con convinzioni e stili di vita profondamente diversi e ciascuno deve sentirsi rispettato anche per essi, in linea con quanto affermato da Papa Francesco al Discorso conclusivo del Sinodo sulla Famiglia “il Vangelo rimane per la Chiesa la fonte viva di eterna novità, contro chi vuole ‘indottrinarlo’ in pietre morte da scagliare contro gli altri – 25/10/2015″, in questo sito è proibito enunciare verità della Fede cattolica, valori, norme morali, leggi o consuetudini della medesima in tono di richiamo autorevole o rimprovero morale o dottrinale. Non ci si può rivolgere agli altri utenti in tono contrappositivo, con intento polemico o che faccia presumere l’intenzione di rispondere “colpo su colpo”. Così, per esempio, non si può dire ad una persona notoriamente omosessuale, “la pratica omosessuale è peccato”; ad una persona notoriamente divorziata risposata “il matrimonio è uno e indissolubile”; ad un luterano “ti ricordo che il Papa è infallibile”; ad una persona che ha fatto uso della gestazione per altri, “l’utero in affitto è immorale ed è un abominio”; e così via».
Queste regole hanno dato fastidio a molti frequentatori del blog, spingendo qualcuno persino a fare le valige. Il che significa che molti si sentono in diritto di dire ad una persona omosessuale: “La pratica omosessuale è peccato”, oppure ad un luterano: “Ti ricordo che il Papa è infallibile”, e quindi sembra loro che queste regole li privino di un sacrosanto diritto. E credo che siano in buona fede. Spesso siamo cattivi in buona fede. Cattivi a nostra insaputa. Faccio un paio di esempi. L’onorevole Rocco Buttiglione, sicuramente bravissima persona, parlando sul blog con due persone omosessuali, ha dichiarato: “L’omosessualità è oggettivamente sbagliata”. E questa è una inconsapevole cattiveria, giacché è come dire alle persone omosessuali con le quali si sta dialogando: “In voi c’è qualcosa di oggettivamente sbagliato”. Grazie del bel complimento. E’ un diritto dire sempre ciò che pensiamo, anche se questo può offendere l’interlocutore? Se io penso che una persona è un po’ matta, posso dirglielo tranquillamente? Ovviamente a mio parere l’affermazione dell’onorevole Buttiglione è sbagliata.
Altro esempio di inconsapevole cattiveria. Le due persone omosessuali, grazie alla gestazione per altri, hanno tre figli. Pubblico una lettera nella quale cerco di spiegare che separare un neonato dalla madre biologica non è un trauma per il piccolo. Bene, un commento pubblico, che quindi possono leggere le persone che hanno fatto ricorso alla gestazione per altri, è stato il seguente: “Forse solo la Brambilla ci potrà salvare da queste pratiche, lei che è cosi sensibile a riportare i cuccioli alle proprie famiglie d’appartenenza, vuoi che non si commuova a vedere queste donne che producono cuccioli e li disseminano nel mondo?”. Qui, è evidente che il termine “cuccioli” non è vezzeggiativo ma dispregiativo. I bambini sono diventati cagnolini. La donne che li “producono” e li “disseminano”, cagne? Il mio pensiero va all’interessante saggio di Chiara Volpato, “Deumanizzazione”, Laterza Editore.