FaroDiRoma – Referendum. Il bello della democrazia

Hanno vinto i No hanno perso i Sì.
Dirlo così è un po’ tradire la politica perché uso una terminologia da battaglia, da sfida, da gioco, da competizione e invece la politica con le sue schede, con le sue crocette, va oltre lo scenario vincitori/vinti.
L’oltre che si trova oltre il binomio vincitori/vinti vincenti/sconfitti è qualcosa d’importante. È la scoperta di una specie di terza via, un terzo “non incomodo” anzi: molto gradito.
Tra vincitori e vinti, in politica, c’è qualcosa che vince sempre ed è la democrazia.
I partiti, le idee, le costituzioni, le proposte, le leggi, i governi, possono perdere, cadere, essere sfiduciati, modificati, cancellati, e così via. Ma il principio democratico che permette a qualsiasi cittadino di vincere solo per aver partecipato, è un principio vincente.
Forse si può anche dire che questa modalità di suffragio popolare, questo diritto al voto concesso come diritto appunto, sia anche il limite della democrazia. Forse. Ma è un limite per cui si sono fatte e si fanno ancora in alcune parti del mondo, guerre, rivoluzioni, movimenti di pensiero e di masse. Perché la democrazia è uno strumento imperfetto ma è il più “umano”, cioè il più rispondente alla dignità di un uomo: di un cittadino, faber, pater familias, del proprio paese e della propria famiglia.
Quello che non funziona della democrazia è l’uso che l’uomo ne fa. Speso un uso troppo imperfetto perché a volte lo siamo noi troppo imperfetti. Ma non rinuncerei alla democrazia per avere un agorà politica più “perfetta”.
È come avere una famiglia. Non è che in una famiglia non si cada e a volte non si commettano errori anche grossi. Ma lei è lì a raccoglierti, a raccogliere i cocci e a rimetterli insieme. Ha vinto il No, ha perso il Si.
Ma chi ha espresso idee, lanciato programmi, rilanciato riflessioni, anche solo postato un video di spiegazione pro o contro, fatto un copia incolla di pareri, ha avuto qualcosa, ha usufruito di qualcosa che ancora oggi è inestimabile patrimonio comune: la libertà di esprimere le proprie idee e mettere poi una crocetta.

Tratto da FaroDiRoma

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