Lettere di Renato Pierri – Collezionista di sorrisi femminili
Da un po’ di tempo in qua, sarà l’età, faccio collezione di sorrisi. Sorrisi femminili, ovviamente. Alle volte me li regalano, forse merito della barba bianca, non so, altre volte sono io a provocarli. Un complimento e arriva il sorriso. Un complimento che funziona sempre è una domanda che non s’aspettano, le belle donatrici di sorrisi: “Come mai è così bella?”. E’ il “come mai” a sorprendere. Diverse le risposte, ma il sorriso è sempre lo stesso. Un bel sorriso. Due sere fa una signora me ne ha regalati tre di sorrisi. Ero con la famiglia a vedere l’ultimo splendido film di Woody Allen. Mi si siede vicino una coppia, la signora si siede vicino a me. La signora, una bella donna, il signore, bruttino, mi ha fatto pensare al sacrestano della serie televisiva Don Matteo. Finisce il bel film, si accendono le luci e la signora si gira verso di me e mi sorride. Un bel sorriso a pochi centimetri di distanza. Ricambio, ovviamente. Dopo un attimo si gira nuovamente, la bella signora, e nuovamente mi sorride. Poi si alza, la signora col suo compagno, ci alziamo anche noi, e lei, prima d’avviarsi, si gira e mi sorride ancora. Non so che fare, sto un po’ in imbarazzo e le dico buonasera. Il che forse non deve essere piaciuto tanto al sacrestano, giacché non mi è sembrato sorridente quando si è girato e mi ha guardato. Accade spesso che ragazze o signore mi sorridano, sarà l’età, la mia età, non so, però tre sorrisi a fila mi hanno sorpreso. Forse pensava di conoscermi, forse mi ha scambiato per qualcun altro. Forse voleva condividere la soddisfazione d’avere visto un bel film. Davvero non so. Ma non fa niente, erano sorrisi e questo mi basta. Li aggiungo alla collezione. Alle volte ricevo parole belle che sono come bei sorrisi. Mi è accaduto un paio di giorni fa sul blog “Come Gesù”, dove pubblico ogni tanto qualche articolo. Un pezzo è piaciuto molto ad una signora, la quale non mi ha scritto “mi è piaciuto molto il suo articolo”, ma le testuali parole in forma di domanda: “Ma quanto mi puoi piacere, Carmelo??”. Due punti interrogativi, più una faccina sorridente. Una frase così vale almeno dieci sorrisi. Forse anche di più. Oggi poi, dalla giovanissima figlia di una signora che mi “adora”, sono arrivate altre parole – sorriso: “Sei un grandeeee”. Quattro “e”, più due faccine sorridenti. Il massimo per una collezione di sorrisi. Non faccio collezione di sorrisi maschili. E dei sorrisi dei familiari, della moglie e delle figlie? Sono d’altro genere, non sono soltanto sorrisi.
Carmelo Dini
La Repubblica;
Politicamentecorretto;
Il Pasquino