Articoli / Blog | 27 Ottobre 2016

MIO n.42/Un prete per chiacchierare – Se i migranti siamo noi

Mauro Leonardi (Como 1959) è sacerdote dal 29 maggio 1988 e abita a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice sito accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su internet su The Huffington Post e su ilsussidiario.net. Il suo blog si chiama Come Gesù. Il compenso per questo numero va ad un ragazzo del Senegal che vive in un centro Caritas e sostiene se e la famiglia con dei lavoretti
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Il rapporto della Fondazione Migrantes “Italiani nel mondo 2016” dice che quest’anno gli emigrati sono stati il 6,2% in più; tra loro, chi ha fatto le valigie sono stati soprattutto i giovani tra i 18 e i 34 anni (il 36,7%). E se chi ci ospita all’estero si comportasse come alcuni italiani che dicono “fuori gli stranieri”? Dalila, Molfetta (Bari)
Carissima Dalila, sarebbe facile dirti che, diversamente da chi arriva in Italia, i nostri giovani vanno all’estero con una laurea: loro, potrei dire, vanno e portano la loro competenza, la loro esperienza, il frutto dei loro studi. È vero ma è anche parziale e, come tutte le letture parziali, sarebbe anche ingiusta. I ragazzi africani che ci aspettano con mazzi di calzini fuori dei bar, o i ragazzi indiani che ci puliscono i vetri, portano la loro vita. Una vita fatta di povertà, guerra, fame, ignoranza, morte. I nostri ragazzi cercano lavoro per vivere e loro cercano tutto per sopravvivere. I nostri ragazzi portano un “bagaglio”. Loro nulla e hanno bisogno di tutto. I nostri arrivano con mezzi di trasporto “ufficiali”. Loro con le carrette del mare o dentro un camion. Detto questo, chiudere le frontiere e non far entrare o buttar fuori le persone, giovani e meno giovani che siano, non è ammissibile, attuabile, anche se può essere necessario regolamentare il flusso delle migrazioni. Non dimentichiamo quindi che dietro la parola migrante ci sono sempre vite e ognuna di queste vite ha diritto ad un trattamento dignitoso anche se, a propria volta, deve rispetto al paese che la accoglie, quale che sia la sua provenienza. Nessuno dovrebbe essere chiuso fuori o buttato fuori come ogni paese ha il diritto di proteggere il proprio popolo. Non sono cose in contraddizione: sono diritti che devono camminare assieme

Tobia, il figlio di Nichi Vendola e di Eddy Testa è stato battezzato in un paesino vicino a Latina. Erano presenti poche persone tra cui i padrini: un uomo e una donna regolarmente sposati col rito cattolico e “di profonda fede”. Ma cosa sta diventando la Chiesa? Biagio, Crescentino (Vercelli)
Buon giorno Biagio, ti rispondo come ho risposto in un mio altro articolo. La Chiese è chiamata ad essere Madre e le madri accolgono i loro figli perché sono figli. Non c’è qualcosa da meritarsi, è tutto un dono. La Chiesa amministra i sacramenti: li custodisce e li serve, servendo i propri figli che li richiedono. Dare il battesimo ad un bambino è una festa di famiglia. I padrini e le madrine, lo dice il nome, si fanno garanti della nascita e della educazione e custodia, della vita di fede del bambino loro affidato. Che, in loro, è affidato alla Chiesa tutta perché è battezzato nella Sua fede.

Cosa pensi della polemica innescata a Trieste dalla decisione presa dal sindaco di far rimuovere lo striscione che chiedeva verità per Giulio Regeni, il ragazzo italiano torturato e ucciso in Egitto? Elisa, San Donato Milanese
Salve Elisa.  Il sindaco di Trieste riteneva che ci fossero  altre sedi più adatte per manifestare il proprio dissenso su vicende tragiche come questa di Giulio Regeni: per questo ha rimosso lo striscione dalla facciata del municipio. Come si sia arrivati alle mani e agli insulti non so ma certo una manifestazione indecorosa come quella rissa non fa bene a nessuna causa e tanto meno a quella di Regeni. Non c’era veramente altro modo per esprimere il proprio dissenso su una “questione” così delicata e per non innescare quanto successo? Non sarebbe stato meglio parlare di pace, giustizia e verità?